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Rinnovamento nello Spirito Santo - Pagina 3 Empty Re: Rinnovamento nello Spirito Santo

Dom 14 Ago 2022, 00:59
Aggiornato mega file primo post ! cheers

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Sab 13 Mag 2023, 15:32

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Lun 18 Set 2023, 16:07
Del nuovo CD segnalo tre canti del grandissimo Emilio Munda:

-Dio che tutto puoi
-Dio della storia
-Affidati a Dio

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Lun 25 Set 2023, 15:01
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Lun 04 Dic 2023, 22:17
Frasi più significative dal libretto del cd "Mi salverai", scritto da Luciana Leone:

Rinnovamento nello Spirito Santo - Pagina 3 Mi-salverai

"L’oggi di Dio è per sempre.

Come per sempre è stato abbattuto il muro di separazione, il confine cieco e senza speranza tra vita e morte. Come per sempre è stata spalancata la porta del sepolcro, di tutti i sepolcri di ogni tempo, svuotati del lutto e del pianto.

Le nostre azioni finiscono nel sepolcro quando non germogliano in Cielo e non ritornano al cielo; quando nascono e muoiono in noi stessi, nelle nostre pretese di onnipotenza, nei nostri punti di vista parziali.

Lasciare che Dio agisca in noi, ecco il sacrificio cristiano» (Joseph Ratzinger)

non si vive nello stesso modo se si attende o meno una vita nell'aldilà, Jean Guitton

Comastri nel suo libro su Jacques Fesch: «Senza il pensiero dell'eternità la vita umana è monca, diventa paurosamente banale ed è esposta al rischio di un uso folle della libertà»

E la persona che si sentiva amata, guarita dall'amicizia, si schiudeva alla conversione come un fiore al sole del mattino. Così la donna adultera, così Zaccheo, così la Samaritana.

È per attirare l'attenzione di Dio e provocare il suo intervento salvifico - e non per mancanza di strategia militare - che Giosafat mette alla testa dell'esercito i cantori che ripetono instancabilmente «Lodate il Signore perché la sua grazia dura sempre» (cf 2 Cr 20, 21). I tre giovani nella fornace cantano tra le fiamme: «Benedetto sei tu, Signore, degno di lode e di gloria nei secoli» (Dn 3, 52a) perché hanno bisogno della vicinanza di Dio, comunque andranno le cose; lo stesso fanno - Paolo e Sila in catene, senza forse nemmeno immaginare gli effetti profetici, liberanti, missionari di quel canto che piegherà le ginocchia della guardia (cf At 16, 16).

La liturgia riserva al canto e al silenzio i momenti più sublimi: si canta perché il solo parlare, come ricordava sant' Agostino, non sarebbe sufficiente a dire la nostra lode. Si tace perché, come diceva lo stesso Agostino nella preghiera di chiusura della sua opera sulla Trinità, abbiamo bisogno di essere liberati "dal multiloquio interiore" che ci impedisce di stare alla presenza di Dio.

Musica e silenzio nella liturgia si sublimano e se la musica è da Dio, allora non può confliggere con il silenzio. Il profeta Elia (cf 1 Re 19), nascosto in una caverna sul monte Oreb, dopo il dissidio con i falsi profeti, non sentì la voce di Dio nel terremoto, nel fuoco, nel vento impetuoso, ma nella brezza leggera. Papa Francesco, parlando dei "rumori" del Natale, definisce quella teofania di Dio un "filo di silenzio sonoro".

Nella trama della storia cristiana, il canto è sempre espressione della gratitudine per la salvezza, che abbiamo visto e che vedremo.

Una bella invocazione allo Spirito Santo, di cui sono elencate le qualità: balsamo per la nostra anima; vino nuovo versato negli otri dei nostri cuori; olio santo che lenisce le ferite del peccato e ci consacra; causa di conversione e di vita nuova.

L'adorazione, mentre ci fa riconoscere Dio, ci fa conoscere anche noi stessi, trasforma la nostra vita, ci fa spogliare dell'uomo vecchio e delle sue abitudini e ci fa esclamare: «Tu sei il Cristo».

Perdersi nell'amore di Dio, in adorazione, non è segno di astrazione dal mondo, ma è darsi la possibilità di ascoltare Dio e lasciarsi cambiare dalla sua Parola.

L'uomo vecchio muore.

Resta con me per sempre, il mondo mi delude.

L'amore di Dio si è fatto carne per poterlo abbracciare in te, Gesù.

L'Altissimo Dio si è fatto uomo per poterlo guardare in te, Gesù."


Ultima modifica di PonteCroce il Mar 05 Dic 2023, 00:34 - modificato 2 volte.

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Lun 04 Dic 2023, 22:30
Frasi più significative dal libretto del cd "Tutti Fratelli", scritto da Luciana Leone:

Rinnovamento nello Spirito Santo - Pagina 3 8053853003386

"Movimento pentecostale, un movimento spirituale protestante che si richiamava alla Pentecoste.

In uno storico incontro, avvenuto tra il 17 e il 19 febbraio del 1967, cattolici e pentecostali si trovarono a pregare insieme, in quello che è passato alla storia come il "Weekend di Duquesne" (Pennsylvania). Qui, i professori e gli studenti cattolici coinvolti, sperimentarono una grazia potente, simile a quella della Pentecoste: si sentirono trasformati interiormente, inondati dallo Spirito Santo, di cui fecero esperienza come nel Cenacolo, accesi da un amore nuovo per Dio e per la sua Parola, per la Chiesa e per gli uomini, investiti dalla manifestazione di alcuni carismi. A partire da quelle prime, poche persone (una trentina) - che non si sono mai percepite come fondatori, ma semplicemente come testimoni-, la corrente di grazia dello Spirito ha pervaso tutto il mondo.

Il Rinnovamento era approdato in Italia, alla fine del 1971 a San Mauro Pascoli (Diocesi di Rimini) e a Roma, presso l'Università Gregoriana, dove si avviano i primi gruppi grazie all'impegno del gesuita Francis Sullivan e dell'oblato di Maria Valeriano Gaudet.

Questi esordi attestano una peculiarità del Rinnovamento italiano che nasce, come quello americano, nelle Università e che viene fondato, sotto il profilo dottrinale, da una classe elevata di teologi. Infatti, quando nel maggio del 1975, alle Catacombe di San Callisto a Roma si svolge il Congresso internazionale dei leader del Rinnovamento
carismatico, con diecimila partecipanti, sono presenti superiori generali di diverse Congregazioni e docenti di Facoltà teologiche pontificie, insieme a quei giovani che avevano visto nascere l'esperienza del Rinnovamento nello Spirito: Ralph Martin, Patty Gallagher, Steve Clark e Kevin Ranaghan.

I partecipanti si recano nella basilica di San Pietro, per l'udienza con san Paolo VI, che li accoglie nonostante fosse stato messo in guardia riguardo ai carismatici. In Basilica ci sono vescovi, 800 sacerdoti e 14mila fedeli. Dal consistente gruppo dei 10.000 carismatici, sgorga un canto in lingue, un giubilo che accoglie il Papa: «Ho provato un anticipo di Paradiso» - dirà poi in sagrestia al card. Suenens, arcivescovo di Malines e incaricato dalla Santa Sede di seguire a livello mondiale il Rinnovamento.

Le parole di san Paolo VI: apriamoci allo Spirito Santo, apriamoci allo Spirito
Santo, allontaniamo ciò che si oppone alla sua azione.

Fu proprio Leo J. Suenens ad auspicare che il Rinnovamento si denominasse
"Rinnovamento nello Spirito Santo"

Lo Statuto, con il consenso unanime di tutta la Conferenza episcopale, nel 1996, poi revisionato e integrato nel 2007 e, infine, ufficialmente approvato il 14 marzo del 2012, data che tutto il Rinnovamento nello Spirito ricorda come la "Giornata del ringraziamento".

Papa Francesco ha a cuore che gli elementi fondativi del Rinnovamento non siano trascurati: «Siete nati da una volontà dello Spirito Santo come una corrente di grazia nella Chiesa e per la Chiesa. [ ... ] Il Rinnovamento Carismatico è una grande forza al servizio dell'annuncio del Vangelo, nella gioia dello Spirito Santo» (Discorso ai partecipanti alla 37.ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo). Era il primo giugno del 2011 e 52.000 persone erano presenti allo Stadio Olimpico.

Il Rinnovamento, non dimentichiamolo, nasce da un incontro ecumenico.

Per queste e tante altre ragioni, il RnS vive con stupore il suo cinquantesimo anniversario della presenza in Italia.

Un Giubileo vissuto tra memoria e gratitudine: facendo memoria, comprendiamo meglio la nostra identità, riconosciamo di essere parte di una famiglia e di una storia che ci precede, ci supera e ci stupisce.

La Lettera Enciclica Fratelli tutti, alla quale è legato l'unico brano inedito della Raccolta."

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Mar 05 Dic 2023, 00:49
Frasi più significative dal libretto del cd "Mi ami tu?", scritto da Luciana Leone:

Rinnovamento nello Spirito Santo - Pagina 3 Mi-ami-tu

"L'amore. Continuamente sperato e cercato, incarnato e donato e, al tempo stesso, sfigurato e tradito, ingannato e violato, mistificato e smerciato.

Amo fin quando ricevo e sono gratificato; ed è ormai del tutto sganciato dall'idea che comporta non solo gioia ma anche sacrificio e impegno.

Nessun oggetto, oggi, in media, ha una durata maggiore di cinque anni. Non si "ripara" più nulla, si getta ciò che è guasto

Il nuovo non comporta oneri e fastidi, almeno per un certo periodo di tempo. Questo vale sia per gli oggetti che per le persone.

Uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo»

Caino che, infatti, risponde di non essere "custode" del fratello, mostrando a quale drammatica idea di libertà possa condurre il percepirsi in chiave individualista, fuori dalla dimensione relazionale che è alla base della creazione.

Il verbo che noi traduciamo con "custodire", in ebraico è shamar e in greco è tereo. Entrambi i verbi, seppure con intensità diverse, esprimono due azioni che sembrano lontane fra loro: "custodire" e "osservare". In questa accezione, "osservare" non si riferisce soltanto all'atto del vedere e nemmeno, in maniera esclusiva, a quello di obbedire, ma contiene il senso profondo della custodia, del prendersi cura; ricorda lo sguardo della madre che, mentre osserva il figlio alle prese con la vita, lo protegge, previene il pericolo: «Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno» (v. 16). Il verbo tereo evidenzia il preservare fino all'ultimo ed evidenzia un impegno pertinace (ostinato) nel proteggere: esattamente come quello di Gesù, la cui cura dell'uomo giunge fino alla croce: «Per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità (v. 19). Gesù centra il cuore del Padre: «L'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro» (v. 26), ponendosi sullo stesso piano degli uomini, non riservando nulla per sé, trascinando tutta l'umanità nell'amore trinitario.

Zygmunt Bauman, già citato, che spiega come, accanto a quelli urbani, la società consumistica produca "rifiuti umani", considerati egualmente inutili. È in questo
modo che l'uomo diventa uno scarto: lo diventano i disabili, i bambini non voluti e i poveri, che "non servono"; lo diventano i malati cronici o in coma e gli anziani, che non "servono più". L'uomo non perfetto diventa scarto della società. Se questo accade, come abbiamo già rilevato, è perché, come osserva lo scrittore uruguaiano Edoardo Gaelano: «Gli oggetti sono fatti per essere usati e le persone per essere amate. Il mondo va male perché si usano le persone e si amano gli oggetti». Dietro il mancato rispetto della vita umana in tutte le sue forme, c'è una incapacità della nostra società di assumersi la responsabilità e l'onere della cura: l'ipocrisia in cui inevitabilmente cadono le società moderne è quella di mascherare tale incapacità - concettuale
e strutturale - dietro false e devianti idee di libertà: per esempio, la libertà
della donna di autodeterminarsi e di abortire o la libertà di un
individuo malato o depresso di darsi la morte.

Il contesto è feriale, quotidiano: Pietro e i discepoli sono tornati all'attività della pesca, non senza delusioni e frustrazioni; persino la pesca
è un insuccesso: dopo una intera notte sul lago non sono riusciti a
prendere nulla. Sembra un'allegoria dell'inefficacia dell'evangelizzazione:
se essa è frutto di speranze e disegni umani e non poggia sulla
fiducia in Cristo, non dà frutto. Senza lo Spirito Santo, senza la consapevolezza
della sua presenza, ogni annuncio rischia di diventare inefficace. Gesù è sulla riva ma non lo riconoscono.

Pietro si veste per tuffarsi in acqua, poiché "era nudo". In realtà, non era nudo, ma semplicemente privo del mantello e del vestito di mezzo, con indosso un "piccolo" indumento di lana o di lino: qui Giovanni richiama il gesto di Gesù in Coena Domini, il cingersi la veste ai fianchi per servire. Il gesto di Pietro è dettato, certamente, a senso del decoro e dal rispetto verso Gesù. Ma è indotto anche dal senso di colpa che ancora
lo macera: copre la sua nudità, la sua fragilità, con la stessa consapevolezza di Adamo ed Eva dopo il peccato originale.

Pesce sulla brace: certamente, Pietro dovette trasalire vedendo quella brace, simile a quella presso la quale si stava scaldando al momento del rinnegamento. Sul fuoco pesce e pane, di evidente portata simbolica. A Pietro, per ora, il compito di tirare le reti: si anticipa un ruolo, è sua la responsabilità della pesca, dell'evangelizzazione. I pesci non sono definiti come "molti" o "abbondanti", sono esattamente 153, il numero che corrisponde all'espressione Beni Ha Elohim, "figli di Dio".

Anche il linguaggio (di Gesù) è quello di una mamma, o di un innamorato, che quasi implora il bene: "Mi ami? Mi vuoi bene?"

Di contrasto, Gesù, ponendo per tre volte la domanda a Pietro enfatizza l'immensa, testarda, incrollabile fiducia di Dio nell'uomo: non nelle sue forze, nella sua efficienza, nella sua capacità di leadership, nella sua oratoria, ma nella sua attitudine all'amore.
Un amore più grande di tutti.

Ci limitiamo ad accennare brevemente: il verbo agapao usato da Gesù esprime amore di predilezione, amore limpido, puro, incondizionato, assoluto, generoso, cosmico, gratuito. Filéo è amore di dilezione, è affetto fraterno, amicizia, simpatia. Pietro non è nelle condizioni di usare lo stesso verbo di Gesù

Gesù si piega, rallenta, rispetta il limite, decide di accettare lo misura dell'amore umano, perché sa che è solo questione di tempo: potrà ampliare quella misura con la sua grazia.

"Non avrai altri dei all'infuori di non significa "non avrai altri amori all'infuori di me"

Il "di più" di oggi non è quello di domani, ma se non c'è il piccolo sì di oggi, non ci sarà nemmeno quello più grande di domani: è così che possiamo seguire Gesù, un passo alla volta, fino ai più alti gradi della santità. Un cammino possibile e feriale che si fonda sulla fiducia in Dio e nella sua grazia.

"Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi"» (Gv 21,21-22). la diversità di ogni vocazione: c'è una volontà di Gesù per Pietro e una per Giovanni e sono entrambe essenziali e complementari in vista del Regno di Dio.

Guarisci i nostri corpi e dona vita, le nostre piaghe tu trasformi in luce.

Canta l'inno di gioia e salvezza, in Gesù tu sei libero."

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Mar 12 Dic 2023, 23:29
Un bel canto dall'ultimo cd: "Mi ami Tu'", il canto è Spezza le catene.
In realtà il canto è di Don Riccardo Sansone, sacerdote di Napoli, che ha scritto diversi canti, poi riadattati dal Rinnovamento.
Forse il Rinnovamento nello Spirito avrebbe dovuto specificare che questo canto NON è del 2023, ma del 2020, tre anni fa.....



Ultima modifica di PonteCroce il Mer 13 Dic 2023, 09:03 - modificato 1 volta.

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Mer 13 Dic 2023, 00:37
Altri canti di Don Riccardo Sansone, originali (poi ripresi solo in un secondo momento dal Rinnovamento):








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Mar 30 Gen 2024, 11:12
Aggiornato il file esclusivo al primo post di questa discussione king

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