Durezza del confessore

Noi uomini adulti siamo colpevoli di non essere donne, anziani o bambini, fino all'apice che mi è capitato nel convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, dove si custodisce l'affresco del Cenacolo di Leonardo da Vinci: Un giorno appena mi inginocchiai al confessionale un frate mi disse:" E tu cosa ci fai qui"?(Io questo frate non l'avevo mai visto)

Forse si è confuso con qualcun altro, se non l'avevi mai visto quel frate.

Il problema vero è quando un sacerdote dice al penitente, che si vuole confessare una volta a settimana, (come consiglia S. Ignazio di Loyola e San Pio da Pietrelcina): "Stai ancora qua?" Queste sono le cose che un sacerdote NON deve fare.

Pensate che San Giustino Maria Russolillo si confessava ogni giorno.

In particolare San Pio da Pietrelcina diceva che una stanza, anche se chiusa, in una settimana lascia passare la polvere al suo interno e andrebbe pulita. Così, diceva San Pio, è la nostra anima: va ripulita dalla polvere dei peccati con la confessione una volta a settimana

San Pio si riferiva ai peccati veniali, comunque confessarsi una volta la settimana è un' esagerazione, se in quella settimana non si è peccato gravemente? Il Sacramento della Riconciliazione non è una lavanderia, ci vogliono seri motivi e peccati gravi per accostarsi a questo Sacramento.

Non sono d'accordo e spiego il motivo.
La dicitura dell'assoluzione è importante per capire, dice infatti: "Dio.... ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace". Con il sacramento della confessione, oltre al perdono, abbiamo la pace, quella che è necessaria per la nostra vita quotidiana.

Sant'Ignazio di Loyola al numero 354 delle sue regole dice:
"Lodare il confessarsi col sacerdote, e il ricevere il santissimo sacramento una volta all’anno, e molto più ogni mese, e molto meglio ogni otto giorni, con le condizioni richieste e dovute."

Sant'Ignazio, cioè, dice che è MOLTO MEGLIO confessarsi una volta a settimana.

Non dobbiamo confonderci con i primi anni del cristianesimo dove ci si poteva confessare una SOLA volta nella vita. La confessione ha subito un'importante evoluzione e oggi il Catechismo della Chiesa Cattolica RACCOMANDA persino di confessare i peccati veniali, cosa impensabile nei primi anni del cristianesimo:

Catechismo al numero 1458:
"la confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa"

I peccati veniali sono per esempio le parolacce e quello che indica il
Catechismo al numero 1856:
"è il caso di parole oziose, di riso inopportuno, ecc. —, tali peccati sono veniali (San Tommaso d’A.)"

La confessione guarisce non solo l'anima ma anche il corpo come dice il salmo 32:

Beato l'uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
2 Beato l'uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.
3 Tacevo e si logoravano le mie ossa,
mentre ruggivo tutto il giorno.
4 Giorno e notte pesava su di me la tua mano,
come nell'arsura estiva si inaridiva il mio vigore.
5 Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: "Confesserò al Signore le mie iniquità"
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Se tacciamo i nostri peccati, anche il nostro fisico si logora, come dice il salmista di questo splendido salmo.

Riporto, per conoscenza, gli altri punti del Catechismo della Chiesa Cattolica che si riferiscono al peccato veniale:

1855 … Il peccato veniale lascia sussistere la carità, quantunque la offenda e la ferisca.

1862 Si commette un peccato veniale quando, trattandosi di materia leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale, oppure quando si disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza o senza totale consenso.

1863 Il peccato veniale indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per dei beni creati; ostacola i progressi dell'anima nell'esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene temporali. Il peccato veniale deliberato e che sia rimasto senza pentimento, ci dispone poco a poco a commettere il peccato mortale.