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Commenti al libro di Rut
Ven 23 Ott 2020, 20:05
Rut 1:1-14
Partenza di Naomi per il paese di Moab. Suo ritorno con Ruth
1 Al tempo dei giudici ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Bethlehem di Giuda andò a stare nelle campagne di Moab con la moglie e i suoi due figliuoli. 2 Quest'uomo si chiamava Elimelec; sua moglie, Naomi; e i suoi due figliuoli, Mahlon e Kilion; erano Efratei, di Bethlehem di Giuda. Giunti nelle campagne di Moab, vi fissarono la loro dimora. 3 Elimelec, marito di Naomi, morì, ed ella rimase coi suoi due figliuoli. 4 Questi sposarono delle Moabite, delle quali una si chiamava Orpa, e l'altra Ruth; e dimoraron quivi per circa dieci anni. 5 Poi Mahlon e Kilion morirono anch'essi tutti e due, e la donna restò priva de' suoi due figliuoli e del marito. 6 Allora si levò con le sue nuore per tornarsene dalle campagne di Moab, perché nelle campagne di Moab avea sentito dire che l'Eterno avea visitato il suo popolo, dandogli del pane. 7 Ella partì dunque con le sue due nuore dal luogo dov'era stata, e si mise in cammino per tornare nel paese di Giuda. 8 E Naomi disse alle sue due nuore: 'Andate, tornatevene ciascuna a casa di sua madre; l'Eterno sia buono con voi, come voi siete state con quelli che son morti, e con me! 9 L'Eterno dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa d'un marito!' Essa le baciò; e quelle si misero a piangere ad alta voce, e le dissero: 10 'No, noi torneremo con te al tuo popolo'. 11 E Naomi rispose: 'Ritornatevene, figliuole mie! Perché verreste con me? Ho io ancora de' figliuoli in seno che possano diventare vostri mariti? 12 Ritornatevene, figliuole mie, andate! Io son troppo vecchia per rimaritarmi; e anche se dicessi: - Ne ho speranza -, e andassi a marito stasera, e partorissi de' figliuoli, 13 aspettereste voi finché fossero grandi? Vi asterreste voi per questo dal maritarvi? No, figliuole mie; l'afflizione mia è più amara della vostra, poiché la mano dell'Eterno si è stesa contro di me'. 14 Allora esse alzarono la voce e piansero di nuovo; e Orpa baciò la suocera, ma Ruth non si staccò da lei.
Come un raggio di luce, dopo le fosche pagine del libro dei Giudici, Dio ci dà la storia di Ruth. Questo bel racconto ci insegna che la fede personale può esistere in tutti i tempi e presso tutti i popoli, e che Dio è sempre pronto a fare grandi cose per rispondere a questa fede.
Nei giorni in cui i giudici giudicavano, ecco un uomo, Elimelec, che fa come ognuno, «quel che gli pare meglio». Abbandona l’eredità dell’Eterno e fissa con i suoi la sua dimora nelle campagne di Moab, cioè fra i nemici del suo popolo. Non si guadagna nulla allontanandosi da Dio. Quale ne è il risultato per questa famiglia? La morte, le lacrime, la miseria, l’amarezza! Ed ecco Naomi, la vedova, con le sue due nuore, vedove esse pure, sulla via del ritorno. Triste ritorno? Sì, ma tuttavia felice ritorno per chi, a fine di risorse, volge verso Dio i suoi pensieri ed i suoi passi. Così il figliuol della parabola, nel paese lontano, ricordandosi del luogo ove può trovare pane in abbondanza, si alza e se ne ritorna alla casa paterna (paragonate vers. 6 con Luca 15:17). Questo si chiama la conversione; voi lo sapete! Ma, lettori e lettrici, lo sapete voi pure per esperienza personale?
Partenza di Naomi per il paese di Moab. Suo ritorno con Ruth
1 Al tempo dei giudici ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Bethlehem di Giuda andò a stare nelle campagne di Moab con la moglie e i suoi due figliuoli. 2 Quest'uomo si chiamava Elimelec; sua moglie, Naomi; e i suoi due figliuoli, Mahlon e Kilion; erano Efratei, di Bethlehem di Giuda. Giunti nelle campagne di Moab, vi fissarono la loro dimora. 3 Elimelec, marito di Naomi, morì, ed ella rimase coi suoi due figliuoli. 4 Questi sposarono delle Moabite, delle quali una si chiamava Orpa, e l'altra Ruth; e dimoraron quivi per circa dieci anni. 5 Poi Mahlon e Kilion morirono anch'essi tutti e due, e la donna restò priva de' suoi due figliuoli e del marito. 6 Allora si levò con le sue nuore per tornarsene dalle campagne di Moab, perché nelle campagne di Moab avea sentito dire che l'Eterno avea visitato il suo popolo, dandogli del pane. 7 Ella partì dunque con le sue due nuore dal luogo dov'era stata, e si mise in cammino per tornare nel paese di Giuda. 8 E Naomi disse alle sue due nuore: 'Andate, tornatevene ciascuna a casa di sua madre; l'Eterno sia buono con voi, come voi siete state con quelli che son morti, e con me! 9 L'Eterno dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa d'un marito!' Essa le baciò; e quelle si misero a piangere ad alta voce, e le dissero: 10 'No, noi torneremo con te al tuo popolo'. 11 E Naomi rispose: 'Ritornatevene, figliuole mie! Perché verreste con me? Ho io ancora de' figliuoli in seno che possano diventare vostri mariti? 12 Ritornatevene, figliuole mie, andate! Io son troppo vecchia per rimaritarmi; e anche se dicessi: - Ne ho speranza -, e andassi a marito stasera, e partorissi de' figliuoli, 13 aspettereste voi finché fossero grandi? Vi asterreste voi per questo dal maritarvi? No, figliuole mie; l'afflizione mia è più amara della vostra, poiché la mano dell'Eterno si è stesa contro di me'. 14 Allora esse alzarono la voce e piansero di nuovo; e Orpa baciò la suocera, ma Ruth non si staccò da lei.
Come un raggio di luce, dopo le fosche pagine del libro dei Giudici, Dio ci dà la storia di Ruth. Questo bel racconto ci insegna che la fede personale può esistere in tutti i tempi e presso tutti i popoli, e che Dio è sempre pronto a fare grandi cose per rispondere a questa fede.
Nei giorni in cui i giudici giudicavano, ecco un uomo, Elimelec, che fa come ognuno, «quel che gli pare meglio». Abbandona l’eredità dell’Eterno e fissa con i suoi la sua dimora nelle campagne di Moab, cioè fra i nemici del suo popolo. Non si guadagna nulla allontanandosi da Dio. Quale ne è il risultato per questa famiglia? La morte, le lacrime, la miseria, l’amarezza! Ed ecco Naomi, la vedova, con le sue due nuore, vedove esse pure, sulla via del ritorno. Triste ritorno? Sì, ma tuttavia felice ritorno per chi, a fine di risorse, volge verso Dio i suoi pensieri ed i suoi passi. Così il figliuol della parabola, nel paese lontano, ricordandosi del luogo ove può trovare pane in abbondanza, si alza e se ne ritorna alla casa paterna (paragonate vers. 6 con Luca 15:17). Questo si chiama la conversione; voi lo sapete! Ma, lettori e lettrici, lo sapete voi pure per esperienza personale?
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Re: Commenti al libro di Rut
Sab 24 Ott 2020, 10:10
Ruth 1:15:22
15 Naomi disse a Ruth: 'Ecco, la tua cognata se n'è tornata al suo popolo e ai suoi dèi; ritornatene anche tu, come la tua cognata!' 16 Ma Ruth rispose: 'Non insistere perch'io ti lasci, e me ne torni lungi da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; 17 dove morrai tu morrò anch'io, e quivi sarò sepolta. L'Eterno mi tratti col massimo rigore, se altra cosa che la morte mi separerà da te!' 18 Quando Naomi la vide fermamente decisa ad andar con lei, non gliene parlò più. 19 Così fecero il viaggio assieme fino al loro arrivo a Bethlehem. E quando giunsero a Bethlehem, tutta la città fu sossopra a motivo di loro. Le donne diceano: 'È proprio Naomi?' 20 Ed ella rispondeva: 'Non mi chiamate Naomi; chiamatemi Mara, poiché l'Onnipotente m'ha ricolma d'amarezza. 21 Io partii nell'abbondanza e l'Eterno mi riconduce spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando l'Eterno ha attestato contro di me, e l'Onnipotente m'ha resa infelice?' 22 Così Naomi se ne tornò con Ruth, la Moabita, sua nuora, venuta dalle campagne di Moab. Esse giunsero a Bethlehem quando si cominciava a mietere l'orzo.
Rut 2:1-3
Ruth va a spigolare nel campo di Boaz
1 Or Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco, della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. 2 Ruth, la Moabita, disse a Naomi: 'Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale avrò trovato grazia'. Ed ella le rispose: 'Va' figliuola mia'. 3 Ruth andò dunque e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso le avvenne di trovarsi nella parte di terra appartenente a Boaz, ch'era della famiglia di Elimelec.
Orpa non è a lungo indecisa. Da un lato: la vedovanza, la povertà in compagnia d’una donna triste ed anziana, un popolo e un Dio sconosciuti; dall’altro: il suo proprio popolo, l’affetto dei suoi, i suoi idoli familiari con gioiose feste in loro onore. Le sue lacrime, presto asciugate, ci ricordano quel giovane che, perché preferiva le sue ricchezze, se ne andò tutto triste, invece di seguire il Signore. «Io ti seguiterò dovunque tu andrai» disse un altro uomo a Gesù. Ma Questi lo previene: «Il Figliuol dell’uomo non ha ove posare il capo» (Matteo 19:22; 8:19-20 — vedere anche Luca 14:25 e seguenti).
Ruth ha tutto ben calcolato; ha calcolato la spesa. La sua decisione è irrevocabile; è la scelta della fede. Si è affezionata a Naomi, ma soprattutto al suo popolo, al suo Dio. Senza guardare indietro, e neppure senza lasciarsi arrestare da timori a riguardo del futuro, si mette in cammino con la suocera e giunge a Bethlehem: Questo nome significa «casa del pane», un perfetto riparo contro la carestia spirituale. Là, con il permesso di Naomi va a cercare il proprio sostentamento. E Dio la conduce «fortuitamente» (ma con mano sicura) nei campi di Boaz, l’uomo che Egli ha preparato per darle consolazione e riposo.
15 Naomi disse a Ruth: 'Ecco, la tua cognata se n'è tornata al suo popolo e ai suoi dèi; ritornatene anche tu, come la tua cognata!' 16 Ma Ruth rispose: 'Non insistere perch'io ti lasci, e me ne torni lungi da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; 17 dove morrai tu morrò anch'io, e quivi sarò sepolta. L'Eterno mi tratti col massimo rigore, se altra cosa che la morte mi separerà da te!' 18 Quando Naomi la vide fermamente decisa ad andar con lei, non gliene parlò più. 19 Così fecero il viaggio assieme fino al loro arrivo a Bethlehem. E quando giunsero a Bethlehem, tutta la città fu sossopra a motivo di loro. Le donne diceano: 'È proprio Naomi?' 20 Ed ella rispondeva: 'Non mi chiamate Naomi; chiamatemi Mara, poiché l'Onnipotente m'ha ricolma d'amarezza. 21 Io partii nell'abbondanza e l'Eterno mi riconduce spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando l'Eterno ha attestato contro di me, e l'Onnipotente m'ha resa infelice?' 22 Così Naomi se ne tornò con Ruth, la Moabita, sua nuora, venuta dalle campagne di Moab. Esse giunsero a Bethlehem quando si cominciava a mietere l'orzo.
Rut 2:1-3
Ruth va a spigolare nel campo di Boaz
1 Or Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco, della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. 2 Ruth, la Moabita, disse a Naomi: 'Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale avrò trovato grazia'. Ed ella le rispose: 'Va' figliuola mia'. 3 Ruth andò dunque e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso le avvenne di trovarsi nella parte di terra appartenente a Boaz, ch'era della famiglia di Elimelec.
Orpa non è a lungo indecisa. Da un lato: la vedovanza, la povertà in compagnia d’una donna triste ed anziana, un popolo e un Dio sconosciuti; dall’altro: il suo proprio popolo, l’affetto dei suoi, i suoi idoli familiari con gioiose feste in loro onore. Le sue lacrime, presto asciugate, ci ricordano quel giovane che, perché preferiva le sue ricchezze, se ne andò tutto triste, invece di seguire il Signore. «Io ti seguiterò dovunque tu andrai» disse un altro uomo a Gesù. Ma Questi lo previene: «Il Figliuol dell’uomo non ha ove posare il capo» (Matteo 19:22; 8:19-20 — vedere anche Luca 14:25 e seguenti).
Ruth ha tutto ben calcolato; ha calcolato la spesa. La sua decisione è irrevocabile; è la scelta della fede. Si è affezionata a Naomi, ma soprattutto al suo popolo, al suo Dio. Senza guardare indietro, e neppure senza lasciarsi arrestare da timori a riguardo del futuro, si mette in cammino con la suocera e giunge a Bethlehem: Questo nome significa «casa del pane», un perfetto riparo contro la carestia spirituale. Là, con il permesso di Naomi va a cercare il proprio sostentamento. E Dio la conduce «fortuitamente» (ma con mano sicura) nei campi di Boaz, l’uomo che Egli ha preparato per darle consolazione e riposo.
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Re: Commenti al libro di Rut
Dom 25 Ott 2020, 09:51
Rut 2:4-16
4 Ed ecco che Boaz giunse da Bethlehem, e disse ai mietitori: 'L'Eterno sia con voi!' E quelli gli risposero: 'L'Eterno ti benedica!' 5 Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: 'Di chi è questa fanciulla?' 6 Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: 'È una fanciulla Moabita; quella ch'è tornata con Naomi dalle campagne di Moab. 7 Ella ci ha detto: - Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe tra le mannelle, dietro ai mietitori. - E da stamattina ch'è venuta, è rimasta in piè fino ad ora; e s'è ritirata un momento solo per riposarsi'. 8 Allora Boaz disse a Ruth: 'Ascolta, figliuola mia; non andare a spigolare in altro campo; e non t'allontanare di qui, ma rimani con le mie serve; 9 guarda qual è il campo che si miete, e va' dietro a loro. Ho ordinato ai miei servi che non ti tocchino; e quando avrai sete andrai ai vasi a bere l'acqua che i servi avranno attinta'. 10 Allora Ruth si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra, e gli disse: 'Come mai ho io trovato grazia agli occhi tuoi che tu faccia caso di me che sono una straniera?' 11 Boaz le rispose: 'M'è stato riferito tutto quello che hai fatto per la tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo, per venire a un popolo che prima non conoscevi. 12 L'Eterno ti rimuneri di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte dell'Eterno, dell'Iddio d'Israele, sotto le ali del quale sei venuta a rifugiarti!' 13 Ella gli disse: 'Possa io trovar grazia agli occhi tuoi, o mio signore! Poiché tu m'hai consolata, e hai parlato al cuore della tua serva, quantunque io non sia neppure come una delle tue serve'. 14 Poi, al momento del pasto, Boaz le disse: 'Vieni qua, mangia del pane, e intingi il tuo boccone nell'aceto'. Ed ella si pose a sedere accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito, ed ella ne mangiò, si satollò, e ne mise a parte gli avanzi. 15 Poi si levò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest'ordine ai suoi servi: 'Lasciatela spigolare anche fra le mannelle, e non le fate affronto! 16 E cavate anche, per lei, delle spighe dai manipoli; e lasciatele lì perch'essa le raccatti, e non la sgridate!'
Ruth non aveva ancora avuto da fare che coi servitori di Boaz. Ora ella incontra personalmente questo amico potente e ricco (vers. 1), «tipo», particolarmente bello, del Signore Gesù. Boaz evoca per noi l’Amico supremo, mansueto e pieno di compassione, Colui di cui Dio può dire al Salmo 89:19: «Ho posto del soccorso sopra un uomo potente» (versione corretta). — Osservatelo in quella città di Bethlehem (quella stessa ove il Signore doveva nascere) mentre benedice i suoi servitori e li dirige, vegliando a tutto, notando la povera spigolatrice, usando infine verso lei una grazia piena di delicatezza che dà fiducia alla giovane donna timorosa. La invita ad avvicinarsi, parla al suo cuore e la consola.
Bisogna che anche voi facciate l’esperienza che Ruth ha fatto: non basta conoscere i servitori del Signore: pastori, dottori o evangelisti, e di trovare presso di loro, qua e là, alcuni insegnamenti tratti dalla Parola di Dio. Dovete aver da fare personalmente con Gesù. Allora Egli stesso parlerà al vostro cuore. Vi farà comprendere ciò che Egli ha attraversato per voi quando venne quaggiù per soffrire e morire (quel grano arrostito del vers. 14). E vi sazierà del suo meraviglioso amore.
4 Ed ecco che Boaz giunse da Bethlehem, e disse ai mietitori: 'L'Eterno sia con voi!' E quelli gli risposero: 'L'Eterno ti benedica!' 5 Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: 'Di chi è questa fanciulla?' 6 Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: 'È una fanciulla Moabita; quella ch'è tornata con Naomi dalle campagne di Moab. 7 Ella ci ha detto: - Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe tra le mannelle, dietro ai mietitori. - E da stamattina ch'è venuta, è rimasta in piè fino ad ora; e s'è ritirata un momento solo per riposarsi'. 8 Allora Boaz disse a Ruth: 'Ascolta, figliuola mia; non andare a spigolare in altro campo; e non t'allontanare di qui, ma rimani con le mie serve; 9 guarda qual è il campo che si miete, e va' dietro a loro. Ho ordinato ai miei servi che non ti tocchino; e quando avrai sete andrai ai vasi a bere l'acqua che i servi avranno attinta'. 10 Allora Ruth si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra, e gli disse: 'Come mai ho io trovato grazia agli occhi tuoi che tu faccia caso di me che sono una straniera?' 11 Boaz le rispose: 'M'è stato riferito tutto quello che hai fatto per la tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo, per venire a un popolo che prima non conoscevi. 12 L'Eterno ti rimuneri di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte dell'Eterno, dell'Iddio d'Israele, sotto le ali del quale sei venuta a rifugiarti!' 13 Ella gli disse: 'Possa io trovar grazia agli occhi tuoi, o mio signore! Poiché tu m'hai consolata, e hai parlato al cuore della tua serva, quantunque io non sia neppure come una delle tue serve'. 14 Poi, al momento del pasto, Boaz le disse: 'Vieni qua, mangia del pane, e intingi il tuo boccone nell'aceto'. Ed ella si pose a sedere accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito, ed ella ne mangiò, si satollò, e ne mise a parte gli avanzi. 15 Poi si levò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest'ordine ai suoi servi: 'Lasciatela spigolare anche fra le mannelle, e non le fate affronto! 16 E cavate anche, per lei, delle spighe dai manipoli; e lasciatele lì perch'essa le raccatti, e non la sgridate!'
Ruth non aveva ancora avuto da fare che coi servitori di Boaz. Ora ella incontra personalmente questo amico potente e ricco (vers. 1), «tipo», particolarmente bello, del Signore Gesù. Boaz evoca per noi l’Amico supremo, mansueto e pieno di compassione, Colui di cui Dio può dire al Salmo 89:19: «Ho posto del soccorso sopra un uomo potente» (versione corretta). — Osservatelo in quella città di Bethlehem (quella stessa ove il Signore doveva nascere) mentre benedice i suoi servitori e li dirige, vegliando a tutto, notando la povera spigolatrice, usando infine verso lei una grazia piena di delicatezza che dà fiducia alla giovane donna timorosa. La invita ad avvicinarsi, parla al suo cuore e la consola.
Bisogna che anche voi facciate l’esperienza che Ruth ha fatto: non basta conoscere i servitori del Signore: pastori, dottori o evangelisti, e di trovare presso di loro, qua e là, alcuni insegnamenti tratti dalla Parola di Dio. Dovete aver da fare personalmente con Gesù. Allora Egli stesso parlerà al vostro cuore. Vi farà comprendere ciò che Egli ha attraversato per voi quando venne quaggiù per soffrire e morire (quel grano arrostito del vers. 14). E vi sazierà del suo meraviglioso amore.
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Re: Commenti al libro di Rut
Dom 25 Ott 2020, 12:07
Rut 2:17-23
17 Così ella spigolò nel campo fino alla sera; batté quello che avea raccolto, e n'ebbe circa un efa d'orzo. 18 Se lo caricò addosso, entrò in città, e la sua suocera vide ciò ch'essa avea spigolato; e Ruth trasse fuori quello che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata, e glielo diede. 19 La suocera le chiese: 'Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che t'ha fatto così buona accoglienza!' E Ruth disse alla suocera presso di chi avea lavorato, e aggiunse: 'L'uomo presso il quale ho lavorato oggi, si chiama Boaz'. 20 E Naomi disse alla sua nuora: 'Sia egli benedetto dall'Eterno, poiché non ha rinunziato a mostrare ai vivi la bontà ch'ebbe verso i morti!' E aggiunse: 'Quest'uomo è nostro parente stretto; è di quelli che hanno su noi il diritto di riscatto'. 21 E Ruth, la Moabita: 'M'ha anche detto: Rimani coi miei servi, finché abbian finita tutta la mia messe'. 22 E Naomi disse a Ruth sua nuora: 'È bene, figliuola mia, che tu vada con le sue serve e non ti si trovi in un altro campo'. 23 Ella rimase dunque con le serve di Boaz, a spigolare, sino alla fine della messe degli orzi e del frumento. E stava di casa con la sua suocera.
Rut 3:1-13
Ruth nell'aia di Boaz
1 Naomi, sua suocera, le disse: 'Figliuola mia, io vorrei assicurare il tuo riposo perché tu fossi felice. 2 Ora Boaz, con le serve del quale tu sei stata, non è egli nostro parente? Ecco, stasera deve ventolar l'orzo nell'aia. 3 Làvati dunque, ungiti, vèstiti, e scendi all'aia; ma non ti far riconoscere da lui, prima ch'egli abbia finito di mangiare e di bere. 4 E quando se n'andrà a dormire, osserva il luogo dov'egli dorme; poi va', alzagli la coperta dalla parte de' piedi, e mettiti lì a giacere; ed egli ti dirà quello che tu debba fare'. 5 Ruth le rispose: 'Farò tutto quello che dici'. 6 E scese all'aia, e fece tutto quello che la suocera le aveva ordinato. 7 Boaz mangiò e bevve e, col cuor allegro, se n'andò a dormire presso al monte delle mannelle. Allora ella venne pian piano, gli alzò la coperta dalla parte de' piedi, e si mise a giacere. 8 Verso mezzanotte, quell'uomo si svegliò di soprassalto, si voltò, ed ecco che una donna gli giaceva ai piedi. 9 'Chi sei tu?' le disse. Ed ella rispose: 'Sono Ruth tua serva; stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto'. 10 Ed egli a lei: 'Sii benedetta dall'Eterno, figliuola mia! La tua bontà d'adesso supera quella di prima, giacché non sei andata dietro a de' giovani, poveri o ricchi. 11 Ora dunque, non temere, figliuola mia; io farò per te tutto quello che dici, poiché tutti qui sanno, che sei una donna virtuosa. 12 Or è vero ch'io ho il diritto di riscatto; ma ve n'è un altro che t'è parente più prossimo di me. 13 Passa qui la notte; e domattina, se quello vorrà far valere il suo diritto su di te, va bene, lo faccia pure; ma se non gli piacerà di far valere il suo diritto, io farò valere il mio, com'è vero che l'Eterno vive! Sta' coricata fino al mattino'.
Secondo quel che sta scritto in Levitico 23:22 e Deuteronomio 24:19, al tempo della mietitura, gli angoli del campo dovevano essere lasciati al povero, allo straniero e alla vedova che sarebbero venuti a spigolare. Ruth, la povera vedova forestiera, ha in certo qual modo un triplo titolo per approfittare di questa disposizione della grazia. Spigolare ci parla dell’attività necessaria onde l’anima nostra sia nutrita di quel che il Signore dà. E sovente è con l’aiuto dei servitori di Dio che ci permettono di entrare meglio nei suoi pensieri. Ciò richiede qualche sforzo, ma il Signore, vero Boaz, non sarà debitore, e darà «buona misura, premuta, scossa e traboccante...» (Luca 6:38). Ruth batte la sua raccolta e la porta a casa. Facciamo approfittare i nostri di quel che il Signore ci ha fatto godere nella sua Parola.
Avete notato la dedizione di Ruth verso Naomi. Ammirate ora la sua sottomissione alla suocera. Giovanette, che esempio vi dà Ruth! Ella fa tutto ciò che Naomi le chiede, la quale, dal canto suo, pensa al riposo e alla felicità della giovane (cap. 3:1). Ove trovare questo riposo e questa felicità se non ai piedi di Boaz, figura d’uno più grande di lui? Quanti sono andati a Gesù stanchi e aggravati e hanno trovato il riposo dell’anima loro! (Matteo 11:28-29).
17 Così ella spigolò nel campo fino alla sera; batté quello che avea raccolto, e n'ebbe circa un efa d'orzo. 18 Se lo caricò addosso, entrò in città, e la sua suocera vide ciò ch'essa avea spigolato; e Ruth trasse fuori quello che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata, e glielo diede. 19 La suocera le chiese: 'Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che t'ha fatto così buona accoglienza!' E Ruth disse alla suocera presso di chi avea lavorato, e aggiunse: 'L'uomo presso il quale ho lavorato oggi, si chiama Boaz'. 20 E Naomi disse alla sua nuora: 'Sia egli benedetto dall'Eterno, poiché non ha rinunziato a mostrare ai vivi la bontà ch'ebbe verso i morti!' E aggiunse: 'Quest'uomo è nostro parente stretto; è di quelli che hanno su noi il diritto di riscatto'. 21 E Ruth, la Moabita: 'M'ha anche detto: Rimani coi miei servi, finché abbian finita tutta la mia messe'. 22 E Naomi disse a Ruth sua nuora: 'È bene, figliuola mia, che tu vada con le sue serve e non ti si trovi in un altro campo'. 23 Ella rimase dunque con le serve di Boaz, a spigolare, sino alla fine della messe degli orzi e del frumento. E stava di casa con la sua suocera.
Rut 3:1-13
Ruth nell'aia di Boaz
1 Naomi, sua suocera, le disse: 'Figliuola mia, io vorrei assicurare il tuo riposo perché tu fossi felice. 2 Ora Boaz, con le serve del quale tu sei stata, non è egli nostro parente? Ecco, stasera deve ventolar l'orzo nell'aia. 3 Làvati dunque, ungiti, vèstiti, e scendi all'aia; ma non ti far riconoscere da lui, prima ch'egli abbia finito di mangiare e di bere. 4 E quando se n'andrà a dormire, osserva il luogo dov'egli dorme; poi va', alzagli la coperta dalla parte de' piedi, e mettiti lì a giacere; ed egli ti dirà quello che tu debba fare'. 5 Ruth le rispose: 'Farò tutto quello che dici'. 6 E scese all'aia, e fece tutto quello che la suocera le aveva ordinato. 7 Boaz mangiò e bevve e, col cuor allegro, se n'andò a dormire presso al monte delle mannelle. Allora ella venne pian piano, gli alzò la coperta dalla parte de' piedi, e si mise a giacere. 8 Verso mezzanotte, quell'uomo si svegliò di soprassalto, si voltò, ed ecco che una donna gli giaceva ai piedi. 9 'Chi sei tu?' le disse. Ed ella rispose: 'Sono Ruth tua serva; stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto'. 10 Ed egli a lei: 'Sii benedetta dall'Eterno, figliuola mia! La tua bontà d'adesso supera quella di prima, giacché non sei andata dietro a de' giovani, poveri o ricchi. 11 Ora dunque, non temere, figliuola mia; io farò per te tutto quello che dici, poiché tutti qui sanno, che sei una donna virtuosa. 12 Or è vero ch'io ho il diritto di riscatto; ma ve n'è un altro che t'è parente più prossimo di me. 13 Passa qui la notte; e domattina, se quello vorrà far valere il suo diritto su di te, va bene, lo faccia pure; ma se non gli piacerà di far valere il suo diritto, io farò valere il mio, com'è vero che l'Eterno vive! Sta' coricata fino al mattino'.
Secondo quel che sta scritto in Levitico 23:22 e Deuteronomio 24:19, al tempo della mietitura, gli angoli del campo dovevano essere lasciati al povero, allo straniero e alla vedova che sarebbero venuti a spigolare. Ruth, la povera vedova forestiera, ha in certo qual modo un triplo titolo per approfittare di questa disposizione della grazia. Spigolare ci parla dell’attività necessaria onde l’anima nostra sia nutrita di quel che il Signore dà. E sovente è con l’aiuto dei servitori di Dio che ci permettono di entrare meglio nei suoi pensieri. Ciò richiede qualche sforzo, ma il Signore, vero Boaz, non sarà debitore, e darà «buona misura, premuta, scossa e traboccante...» (Luca 6:38). Ruth batte la sua raccolta e la porta a casa. Facciamo approfittare i nostri di quel che il Signore ci ha fatto godere nella sua Parola.
Avete notato la dedizione di Ruth verso Naomi. Ammirate ora la sua sottomissione alla suocera. Giovanette, che esempio vi dà Ruth! Ella fa tutto ciò che Naomi le chiede, la quale, dal canto suo, pensa al riposo e alla felicità della giovane (cap. 3:1). Ove trovare questo riposo e questa felicità se non ai piedi di Boaz, figura d’uno più grande di lui? Quanti sono andati a Gesù stanchi e aggravati e hanno trovato il riposo dell’anima loro! (Matteo 11:28-29).
- Shieldheart
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Re: Commenti al libro di Rut
Lun 26 Ott 2020, 14:31
Rut 3:14-18
14 Ed ella rimase coricata ai suoi piedi fino alla mattina; poi si alzò, prima che due si potessero riconoscere l'un l'altro; giacché Boaz aveva detto: 'Nessuno sappia che questa donna è venuta nell'aia!' 15 Poi aggiunse: 'Porta qua il mantello che hai addosso, e tienlo con ambe le mani'. Ella lo tenne su, ed egli vi misurò dentro sei misure d'orzo, e glielo mise in spalla; poi se ne venne in città. 16 Ruth tornò dalla sua suocera, che le disse: 'Sei tu, figliuola mia?' Ed ella le raccontò tutto quanto quell'uomo aveva fatto per lei, 17 e aggiunse: 'M'ha anche dato queste sei misure d'orzo; perché m'ha detto: Non devi tornare dalla tua suocera con le mani vuote'. 18 E Naomi disse: 'Rimani qui, figliuola mia, finché tu vegga come la cosa riuscirà; poiché quest'uomo non si darà posa, finché non abbia oggi stesso terminato quest'affare'.
Rut 4:1-6
Matrimonio di Ruth con Boaz. Nascita di Obed, avo di Davide
1 Or Boaz salì alla porta della città e quivi si pose a sedere. Ed ecco passare colui che aveva il diritto di riscatto e del quale Boaz avea parlato. E Boaz gli disse: 'O tu, tal de' tali, vieni un po' qua, e mettiti qui a sedere!' Quello s'avvicinò e si mise a sedere. 2 Boaz allora prese dieci uomini fra gli anziani della città, e disse loro: 'Sedete qui'. E quelli si misero a sedere. 3 Poi Boaz disse a colui che avea il diritto di riscatto: 'Naomi, ch'è tornata dalle campagne di Moab, mette in vendita la parte di terra che apparteneva ad Elimelec nostro fratello. 4 Ho creduto bene d'informartene, e dirti: - Fanne acquisto in presenza degli abitanti del luogo e degli anziani del mio popolo. Se vuoi far valere il tuo diritto di riscatto, fallo; ma, se non lo vuoi far valere, dimmelo, ond'io lo sappia; perché non c'è nessuno fuori di te, che abbia il diritto di riscatto; e, dopo di te, vengo io'. - Quegli rispose: 'Farò valere il mio diritto'. 5 Allora Boaz disse: 'Il giorno che acquisterai il campo dalla mano di Naomi, tu lo acquisterai anche da Ruth, la Moabita, moglie del defunto, per far rivivere il nome del defunto nella sua eredità'. 6 Colui che aveva il diritto di riscatto rispose: 'Io non posso far valere il mio diritto, perché rovinerei la mia propria eredità; subentra tu nel mio diritto di riscatto, giacché io non posso valermene'.
«Non v’è alcuno — afferma Gesù ai suoi discepoli — che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figliuoli, o campi, per amor di me... il quale... non ne riceva cento volte tanto...» (Marco 10:29-30, vedere anche Ebrei 6:10). Ruth non si era sbagliata nella sua scelta. Così non ha perduto la sua ricompensa. Boaz, che aveva chiesto per lei la benedizione dell’Eterno (cap. 2:12), sarà egli stesso il premio che ricompenserà la sua fede.
E così è di Gesù per i suoi. «Io rinunziai a tutte codeste cose... — scrive l’apostolo — affin di guadagnare...» che cosa dunque? Una ricompensa? No, «affin di guadagnare Cristo» (Filippesi 3:8 ).
Ma anzitutto è necessario qualche cosa. Bisogna che Ruth sia riscattata, e Boaz senza indugio si occupa di questo. Il parente più prossimo, nonostante il suo desiderio, non lo poteva (vers. 6). Ci fa pensare alla legge e alla sua incapacità quando si tratta di salvare gli uomini o d’introdurli nelle benedizioni di Dio. In Boaz invece abbiamo la grazia divina. Quando non c’è più nessun’altra risorsa, essa si rivela in una Persona: Gesù, il Redentore, cioè Colui che riscatta.
14 Ed ella rimase coricata ai suoi piedi fino alla mattina; poi si alzò, prima che due si potessero riconoscere l'un l'altro; giacché Boaz aveva detto: 'Nessuno sappia che questa donna è venuta nell'aia!' 15 Poi aggiunse: 'Porta qua il mantello che hai addosso, e tienlo con ambe le mani'. Ella lo tenne su, ed egli vi misurò dentro sei misure d'orzo, e glielo mise in spalla; poi se ne venne in città. 16 Ruth tornò dalla sua suocera, che le disse: 'Sei tu, figliuola mia?' Ed ella le raccontò tutto quanto quell'uomo aveva fatto per lei, 17 e aggiunse: 'M'ha anche dato queste sei misure d'orzo; perché m'ha detto: Non devi tornare dalla tua suocera con le mani vuote'. 18 E Naomi disse: 'Rimani qui, figliuola mia, finché tu vegga come la cosa riuscirà; poiché quest'uomo non si darà posa, finché non abbia oggi stesso terminato quest'affare'.
Rut 4:1-6
Matrimonio di Ruth con Boaz. Nascita di Obed, avo di Davide
1 Or Boaz salì alla porta della città e quivi si pose a sedere. Ed ecco passare colui che aveva il diritto di riscatto e del quale Boaz avea parlato. E Boaz gli disse: 'O tu, tal de' tali, vieni un po' qua, e mettiti qui a sedere!' Quello s'avvicinò e si mise a sedere. 2 Boaz allora prese dieci uomini fra gli anziani della città, e disse loro: 'Sedete qui'. E quelli si misero a sedere. 3 Poi Boaz disse a colui che avea il diritto di riscatto: 'Naomi, ch'è tornata dalle campagne di Moab, mette in vendita la parte di terra che apparteneva ad Elimelec nostro fratello. 4 Ho creduto bene d'informartene, e dirti: - Fanne acquisto in presenza degli abitanti del luogo e degli anziani del mio popolo. Se vuoi far valere il tuo diritto di riscatto, fallo; ma, se non lo vuoi far valere, dimmelo, ond'io lo sappia; perché non c'è nessuno fuori di te, che abbia il diritto di riscatto; e, dopo di te, vengo io'. - Quegli rispose: 'Farò valere il mio diritto'. 5 Allora Boaz disse: 'Il giorno che acquisterai il campo dalla mano di Naomi, tu lo acquisterai anche da Ruth, la Moabita, moglie del defunto, per far rivivere il nome del defunto nella sua eredità'. 6 Colui che aveva il diritto di riscatto rispose: 'Io non posso far valere il mio diritto, perché rovinerei la mia propria eredità; subentra tu nel mio diritto di riscatto, giacché io non posso valermene'.
«Non v’è alcuno — afferma Gesù ai suoi discepoli — che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figliuoli, o campi, per amor di me... il quale... non ne riceva cento volte tanto...» (Marco 10:29-30, vedere anche Ebrei 6:10). Ruth non si era sbagliata nella sua scelta. Così non ha perduto la sua ricompensa. Boaz, che aveva chiesto per lei la benedizione dell’Eterno (cap. 2:12), sarà egli stesso il premio che ricompenserà la sua fede.
E così è di Gesù per i suoi. «Io rinunziai a tutte codeste cose... — scrive l’apostolo — affin di guadagnare...» che cosa dunque? Una ricompensa? No, «affin di guadagnare Cristo» (Filippesi 3:8 ).
Ma anzitutto è necessario qualche cosa. Bisogna che Ruth sia riscattata, e Boaz senza indugio si occupa di questo. Il parente più prossimo, nonostante il suo desiderio, non lo poteva (vers. 6). Ci fa pensare alla legge e alla sua incapacità quando si tratta di salvare gli uomini o d’introdurli nelle benedizioni di Dio. In Boaz invece abbiamo la grazia divina. Quando non c’è più nessun’altra risorsa, essa si rivela in una Persona: Gesù, il Redentore, cioè Colui che riscatta.
- Shieldheart
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Re: Commenti al libro di Rut
Mer 28 Ott 2020, 10:40
Rut 4:7-22
7 - Or v'era in Israele quest'antica usanza, per render valido un contratto di riscatto o di cessione di proprietà: uno si cavava la scarpa e la dava all'altro; era il modo di attestazione in Israele. - 8 Così, colui che aveva il diritto di riscatto disse a Boaz: 'Fa' l'acquisto per conto tuo'; e si cavò la scarpa. 9 Allora Boaz disse agli anziani e a tutto il popolo: 'Voi siete oggi testimoni che io ho acquistato dalle mani di Naomi tutto quello che apparteneva a Elimelec, a Kilion ed a Mahlon, 10 e che ho pure acquistato Ruth, la Moabita, moglie di Mahlon, perché sia mia moglie, affin di far rivivere il nome del defunto nella sua eredità, onde il nome del defunto non si estingua tra i suoi fratelli e alla porta della sua città. Voi ne siete oggi testimoni'. 11 E tutto il popolo che si trovava alla porta della città e gli anziani risposero: 'Ne siamo testimoni. L'Eterno faccia che la donna ch'entra in casa tua sia come Rachele e come Lea, le due donne che fondarono la casa d'Israele. Spiega la tua forza in Efrata, e fatti un nome in Bethlehem! 12 Possa la progenie che l'Eterno ti darà da questa giovine, render la tua casa simile alla casa di Perets, che Tamar partorì a Giuda!' 13 Così Boaz prese Ruth, che divenne sua moglie. Egli entrò da lei, e l'Eterno le diè la grazia di concepire, ed ella partorì un figliuolo. 14 E le donne dicevano a Naomi: 'Benedetto l'Eterno, il quale non ha permesso che oggi ti mancasse un continuatore della tua famiglia! Il nome di lui sia celebrato in Israele! 15 Egli consolerà l'anima tua e sarà il sostegno della tua vecchiaia; l'ha partorito la tua nuora che t'ama, e che vale per te più di sette figliuoli'. 16 E Naomi prese il bambino, se lo strinse al seno, e gli fece da nutrice. 17 Le vicine gli dettero il nome, e dicevano: 'È nato un figliuolo a Naomi!' Lo chiamarono Obed. Egli fu padre d'Isai, padre di Davide. 18 Ecco la posterità di Perets: Perets generò Hetsron; 19 Hetsron generò Ram; Ram generò Amminadab; 20 Amminadab generò Nahshon; Nahshon generò Salmon; 21 Salmon generò Boaz; Boaz generò Obed; 22 Obed generò Isai, e Isai generò Davide.
I nomi nella Bibbia hanno sovente un significato interessante. Ne è così in questo libro di Ruth. Abbiamo visto Naomi: le mie delizie, diventare Mara: amarezza (cap. 1:20). Mahlon, primo marito di Ruth, significa: mancanza, grande debolezza; mentre Boaz (il suo secondo sposo) vuol dire invece: in lui è la forza (vedere 1 Re 7:21). Ruth, infine, può tradursi, fra l’altro, con soddisfatta (1 Timoteo 6:6). Che nome magnifico!
Legato per natura ad uno stato di miseria e di debolezza totale, il peccatore è introdotto per grazia in una relazione con Cristo, l’Uomo celeste in cui è la forza e che solo può soddisfarlo pienamente. E questa grazia è ancora messa in rilievo dal fatto che il Moabita non aveva diritto d’entrare nella congregazione dell’Eterno (Deuteronomio 23:3). Ebbene, non soltanto Ruth è introdotta in Israele, ma farà parte della famiglia dei prìncipi di Giuda; diverrà la bisnonna del re Davide e avrà posto nella genealogia del Signore Gesù. È la stessa grazia, che ancora oggi fa entrare, senza alcun diritto, un peccatore nella famiglia di Dio, dandogli un Redentore.
7 - Or v'era in Israele quest'antica usanza, per render valido un contratto di riscatto o di cessione di proprietà: uno si cavava la scarpa e la dava all'altro; era il modo di attestazione in Israele. - 8 Così, colui che aveva il diritto di riscatto disse a Boaz: 'Fa' l'acquisto per conto tuo'; e si cavò la scarpa. 9 Allora Boaz disse agli anziani e a tutto il popolo: 'Voi siete oggi testimoni che io ho acquistato dalle mani di Naomi tutto quello che apparteneva a Elimelec, a Kilion ed a Mahlon, 10 e che ho pure acquistato Ruth, la Moabita, moglie di Mahlon, perché sia mia moglie, affin di far rivivere il nome del defunto nella sua eredità, onde il nome del defunto non si estingua tra i suoi fratelli e alla porta della sua città. Voi ne siete oggi testimoni'. 11 E tutto il popolo che si trovava alla porta della città e gli anziani risposero: 'Ne siamo testimoni. L'Eterno faccia che la donna ch'entra in casa tua sia come Rachele e come Lea, le due donne che fondarono la casa d'Israele. Spiega la tua forza in Efrata, e fatti un nome in Bethlehem! 12 Possa la progenie che l'Eterno ti darà da questa giovine, render la tua casa simile alla casa di Perets, che Tamar partorì a Giuda!' 13 Così Boaz prese Ruth, che divenne sua moglie. Egli entrò da lei, e l'Eterno le diè la grazia di concepire, ed ella partorì un figliuolo. 14 E le donne dicevano a Naomi: 'Benedetto l'Eterno, il quale non ha permesso che oggi ti mancasse un continuatore della tua famiglia! Il nome di lui sia celebrato in Israele! 15 Egli consolerà l'anima tua e sarà il sostegno della tua vecchiaia; l'ha partorito la tua nuora che t'ama, e che vale per te più di sette figliuoli'. 16 E Naomi prese il bambino, se lo strinse al seno, e gli fece da nutrice. 17 Le vicine gli dettero il nome, e dicevano: 'È nato un figliuolo a Naomi!' Lo chiamarono Obed. Egli fu padre d'Isai, padre di Davide. 18 Ecco la posterità di Perets: Perets generò Hetsron; 19 Hetsron generò Ram; Ram generò Amminadab; 20 Amminadab generò Nahshon; Nahshon generò Salmon; 21 Salmon generò Boaz; Boaz generò Obed; 22 Obed generò Isai, e Isai generò Davide.
I nomi nella Bibbia hanno sovente un significato interessante. Ne è così in questo libro di Ruth. Abbiamo visto Naomi: le mie delizie, diventare Mara: amarezza (cap. 1:20). Mahlon, primo marito di Ruth, significa: mancanza, grande debolezza; mentre Boaz (il suo secondo sposo) vuol dire invece: in lui è la forza (vedere 1 Re 7:21). Ruth, infine, può tradursi, fra l’altro, con soddisfatta (1 Timoteo 6:6). Che nome magnifico!
Legato per natura ad uno stato di miseria e di debolezza totale, il peccatore è introdotto per grazia in una relazione con Cristo, l’Uomo celeste in cui è la forza e che solo può soddisfarlo pienamente. E questa grazia è ancora messa in rilievo dal fatto che il Moabita non aveva diritto d’entrare nella congregazione dell’Eterno (Deuteronomio 23:3). Ebbene, non soltanto Ruth è introdotta in Israele, ma farà parte della famiglia dei prìncipi di Giuda; diverrà la bisnonna del re Davide e avrà posto nella genealogia del Signore Gesù. È la stessa grazia, che ancora oggi fa entrare, senza alcun diritto, un peccatore nella famiglia di Dio, dandogli un Redentore.
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Re: Commenti al libro di Rut
Gio 29 Ott 2020, 09:15
Rut 1:1-5
Al tempo dei giudici ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Betlemme di Giuda andò a stare nelle campagne di Moab con la moglie e i suoi due figli. Quest’uomo si chiamava Elimelec, sua moglie, Naomi, e i suoi due figli, Malon e Chilion; erano efratei, di Betlemme di Giuda. Giunsero nelle campagne di Moab e si stabilirono là. Elimelec, marito di Naomi, morì, e lei rimase con i suoi due figli. Questi sposarono delle moabite, delle quali una si chiamava Orpa, e l’altra Rut; e abitarono là per circa dieci anni. Poi Malon e Chilion morirono anch’essi, e la donna restò priva dei suoi due figli e del marito.
QUANDO LA VITA TI REMA CONTRO
La vita non è sempre una passeggiata. Tutti, prima o poi, passiamo dei momenti difficili e, a volte, dolorosi. Talvolta però sembra proprio che la vita ti remi contro, vero? Sono quei momenti in cui sembra che piova sul bagnato con i problemi che si accumulano l’uno sull’altro dandoti la sensazione che non ci sia una via d’uscita. La protagonista di questo piccolo libro della bibbia, Naomi, si è trovata proprio in una situazione di questo tipo. Come abbiamo letto, Naomi e suo marito erano Israeliti della piccola cittadina di Betlemme in Giuda. Essi vissero durante il periodo dei giudici, un periodo della storia d’Israele caratterizzato da instabilità sia dal punto di vista spirituale, sia dal punto di vista politico. A causa del declino spirituale del popolo d’Israele, durante quel periodo Dio lasciò molto spesso che Israele fosse in balìa dei popoli circostanti e si trovasse in miseria (si legga a questo proposito la descrizione in Giudici 2:14-22).
Non stupisce quindi che Naomi e suo marito Abimelec si siano trovati in un periodo di carestia. Nel tentativo di far fronte alla crisi, essi presero la decisione di recarsi in Moab, una scelta che può destare delle perplessità, se consideriamo che Moab era uno dei nemici storici di Israele. C’è una sottile e amara ironia nel racconto se consideriamo che la parola “Betlemme” significa letteralmente “casa del pane”… Naomi e suo marito lasciarono infatti la “casa del pane” e la terra di Israele per andare a cercare pane altrove, in un paese straniero e idolatra.
Naomi non poteva immaginare che in Moab, pochi anni dopo, invece della sicurezza economica avrebbe incontrato una vita molto dolorosa. Infatti la sua condizione di vedova, dopo la morte del marito, fu certamente più difficile in un paese straniero senza il conforto dei propri parenti. Grazie a Dio le erano rimasti due figli maschi che potevano provvedere al sostentamento della famiglia ma, trovandosi in Moab, essi finirono per sposare delle moabite. Per Naomi, una pia donna Israelita, non doveva essere il massimo trovarsi in un paese idolatra come Moab e rassegnarsi al fatto che i suoi figli sposassero delle donne moabite con la possibilità che l’idolatria entrasse nella sua famiglia. Ma Naomi non aveva ancora toccato il fondo. Le cose andarono di male in peggio. Infatti nel giro di dieci anni anche i due figli di Naomi, Malon e Chilion, morirono. Così Naomi si trovò improvvisamente in un paese straniero a piangere il marito e i suoi due figli, con la sola compagnia delle nuore moabite. Ella era lontana dalla sua terra natìa, lontana dal suo popolo, circondata da persone che avevano tradizioni diverse dalle sue, senza alcun uomo in casa e senza una discendenza perché entrambi i figli erano morti senza una prole.
Come pensate che si sentisse questa donna? Non è difficile comprendere quanto potesse essere disperata. Ella non vedeva alcun futuro per la sua famiglia e, come leggeremo nel seguito, pensava che Dio si fosse accanito contro di lei.
Potete immaginare una stato d’animo peggiore?
Nonostante un inizio così tragico, vedremo che il libro di Rut è molto incoraggiante. Infatti, leggendo questo libro vedremo proprio il modo in cui Dio intervenne nella vita di Naomi, il modo in cui utilizzò le persone intorno a lei per trasformare un futuro senza speranza in un futuro radioso.
Voglio meditare con te questo piccolo libro della bibbia proprio perché, quando la vita dovesse remarti contro, quando tu dovessi trovarti ad avere uno stato d’animo simile a quello di Naomi, tu possa ricordarti che il Dio creatore dei cieli e della terra può far nascere un fiore anche dove sembrano esserci solo rovine.
Al tempo dei giudici ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Betlemme di Giuda andò a stare nelle campagne di Moab con la moglie e i suoi due figli. Quest’uomo si chiamava Elimelec, sua moglie, Naomi, e i suoi due figli, Malon e Chilion; erano efratei, di Betlemme di Giuda. Giunsero nelle campagne di Moab e si stabilirono là. Elimelec, marito di Naomi, morì, e lei rimase con i suoi due figli. Questi sposarono delle moabite, delle quali una si chiamava Orpa, e l’altra Rut; e abitarono là per circa dieci anni. Poi Malon e Chilion morirono anch’essi, e la donna restò priva dei suoi due figli e del marito.
QUANDO LA VITA TI REMA CONTRO
La vita non è sempre una passeggiata. Tutti, prima o poi, passiamo dei momenti difficili e, a volte, dolorosi. Talvolta però sembra proprio che la vita ti remi contro, vero? Sono quei momenti in cui sembra che piova sul bagnato con i problemi che si accumulano l’uno sull’altro dandoti la sensazione che non ci sia una via d’uscita. La protagonista di questo piccolo libro della bibbia, Naomi, si è trovata proprio in una situazione di questo tipo. Come abbiamo letto, Naomi e suo marito erano Israeliti della piccola cittadina di Betlemme in Giuda. Essi vissero durante il periodo dei giudici, un periodo della storia d’Israele caratterizzato da instabilità sia dal punto di vista spirituale, sia dal punto di vista politico. A causa del declino spirituale del popolo d’Israele, durante quel periodo Dio lasciò molto spesso che Israele fosse in balìa dei popoli circostanti e si trovasse in miseria (si legga a questo proposito la descrizione in Giudici 2:14-22).
Non stupisce quindi che Naomi e suo marito Abimelec si siano trovati in un periodo di carestia. Nel tentativo di far fronte alla crisi, essi presero la decisione di recarsi in Moab, una scelta che può destare delle perplessità, se consideriamo che Moab era uno dei nemici storici di Israele. C’è una sottile e amara ironia nel racconto se consideriamo che la parola “Betlemme” significa letteralmente “casa del pane”… Naomi e suo marito lasciarono infatti la “casa del pane” e la terra di Israele per andare a cercare pane altrove, in un paese straniero e idolatra.
Naomi non poteva immaginare che in Moab, pochi anni dopo, invece della sicurezza economica avrebbe incontrato una vita molto dolorosa. Infatti la sua condizione di vedova, dopo la morte del marito, fu certamente più difficile in un paese straniero senza il conforto dei propri parenti. Grazie a Dio le erano rimasti due figli maschi che potevano provvedere al sostentamento della famiglia ma, trovandosi in Moab, essi finirono per sposare delle moabite. Per Naomi, una pia donna Israelita, non doveva essere il massimo trovarsi in un paese idolatra come Moab e rassegnarsi al fatto che i suoi figli sposassero delle donne moabite con la possibilità che l’idolatria entrasse nella sua famiglia. Ma Naomi non aveva ancora toccato il fondo. Le cose andarono di male in peggio. Infatti nel giro di dieci anni anche i due figli di Naomi, Malon e Chilion, morirono. Così Naomi si trovò improvvisamente in un paese straniero a piangere il marito e i suoi due figli, con la sola compagnia delle nuore moabite. Ella era lontana dalla sua terra natìa, lontana dal suo popolo, circondata da persone che avevano tradizioni diverse dalle sue, senza alcun uomo in casa e senza una discendenza perché entrambi i figli erano morti senza una prole.
Come pensate che si sentisse questa donna? Non è difficile comprendere quanto potesse essere disperata. Ella non vedeva alcun futuro per la sua famiglia e, come leggeremo nel seguito, pensava che Dio si fosse accanito contro di lei.
Potete immaginare una stato d’animo peggiore?
Nonostante un inizio così tragico, vedremo che il libro di Rut è molto incoraggiante. Infatti, leggendo questo libro vedremo proprio il modo in cui Dio intervenne nella vita di Naomi, il modo in cui utilizzò le persone intorno a lei per trasformare un futuro senza speranza in un futuro radioso.
Voglio meditare con te questo piccolo libro della bibbia proprio perché, quando la vita dovesse remarti contro, quando tu dovessi trovarti ad avere uno stato d’animo simile a quello di Naomi, tu possa ricordarti che il Dio creatore dei cieli e della terra può far nascere un fiore anche dove sembrano esserci solo rovine.
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Re: Commenti al libro di Rut
Sab 31 Ott 2020, 15:33
Rut 1:6-14
Allora si alzò con le sue nuore per tornarsene dalle campagne di Moab, perché nelle campagne di Moab aveva sentito dire che il SIGNORE aveva visitato il suo popolo, dandogli del pane. Partì dunque con le sue due nuore dal luogo dov’era stata, e si mise in cammino per tornare nel paese di Giuda. E Naomi disse alle sue due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di sua madre; il SIGNORE sia buono con voi, come voi siete state con quelli che sono morti, e con me! Il SIGNORE dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa di un marito!» Le baciò; e quelle si misero a piangere ad alta voce, e le dissero: «No, torneremo con te al tuo popolo». E Naomi rispose: «Tornate indietro, figlie mie! Perché verreste con me? Ho forse ancora dei figli nel mio grembo che possano diventare vostri mariti? Ritornate, figlie mie, andate! Io sono troppo vecchia per risposarmi; e anche se dicessi: “Ne ho speranza”, e anche se avessi stanotte un marito, e partorissi dei figli, aspettereste voi finché fossero grandi? Rinuncereste a sposarvi? No, figlie mie! Io ho tristezza molto più di voi, perché la mano del SIGNORE si è stesa contro di me». Allora esse piansero ad alta voce di nuovo; e Orpa baciò la suocera, ma Rut non si staccò da lei.
IL BICCHIERE É VUOTO?
Naomi era vedova e aveva perso entrambi i figli. Inoltre viveva in un paese straniero e idolatra. Quali prospettive poteva avere per il futuro? Avendo sentito che nel suo paese natìo la carestia era finita, pensò che la cosa migliore fosse tornare in Giuda.
Ma come poteva sistemare le sue due nuore moabite? Secondo la legge che Dio aveva dato ad Israele in Deuteronomio 25, se una donna fosse rimasta vedova e senza figli, avrebbe potuto avvalersi dell’opportunità di divenire sposa di un fratello del defunto in modo che il primogenito nato dalla nuova unione portasse il nome del fratello defunto e il nome della famiglia non fosse estinto in Israele. Ma Naomi non aveva altri figli da dare alle sue nuore ed ormai era troppo vecchia per risposarsi ed avere figli, quindi quella possibilità era da escludersi.
Naomi immaginava che in Giuda nessuno si sarebbe occupato di loro… Come sarebbero sopravvissute? Nessun giudeo si sarebbe preso quelle moabite come mogli ed esse avrebbero vissuto di elemosina… Insomma, Naomi avrebbe avuto già i suoi problemi nel ritornare in Giuda e quelle due giovani moabite potevano essere un ulteriore peso per lei. Lei voleva bene alle sue nuore ed esse ricambiavano il suo affetto ma in quel momento Naomi non vedeva alcun futuro né per sé né per loro, quindi la soluzione più logica sembrava quella di separarsi da loro perché le sue nuore si rifacessero una vita e una famiglia tra i loro connazionali in Moab.
Nelle parole di Naomi in questi dialoghi percepiamo una totale assenza di speranza e fiducia. Ella vedeva solo nero, vedeva solo un bicchiere quasi vuoto e non riusciva ad immaginare alcun futuro possibile per lei e le sue nuore in Israele… Naomi era triste perché si sentiva giudicata da Dio, sentiva che Dio si era accanito contro di lei: “Io ho tristezza molto più di voi, perché la mano del SIGNORE si è stesa contro di me”. Sì, le sue nuore erano rimaste vedove come lei ma lei aveva perso anche i figli e si sentiva quindi il bersaglio principale di Dio in quella situazione.
Da una parte Naomi credeva che Dio era potente e poteva benedire le sue nuore: “il SIGNORE sia buono con voi, come voi siete state con quelli che sono morti, e con me! Il SIGNORE dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa di un marito!”. D’altra parte ella sembrava non avere alcuna speranza che tale benedizione potesse giungere alle sue nuore se fossero restate con lei. In qualche modo è come se Naomi pensasse che, dal momento che lei era quella presa di mira da Dio, le sue nuore non avrebbero avuto futuro restando al suo fianco.
Il pessimismo di Naomi convinse Orpa a tornare in Moab. Ella amava la suocera ma, con ogni probabilità, le argomentazioni di Naomi le fecero intuire che non c’era speranza per lei in Israele. La prospettiva di non sposarsi più, rimanendo povera, vedova e senza figli, dovette sembrarle un prezzo troppo alto da pagare.
In fondo la scelta di Orpa fu una scelta logica dal punto di vista umano. Anche Rut avrebbe potuto fare la stessa scelta ma, se così fosse stato, questa storia sarebbe finita qui, anzi questo libro della bibbia non esisterebbe affatto! Come vedremo, ci fu qualcosa in Rut che la spinse a continuare il viaggio con Naomi, incurante del suo futuro e dei rischi che correva.
Naomi pensava di essere oggetto del giudizio di Dio ma, da come si sono messe le cose, intuiamo che il Signore stava invece operando per dare un futuro a lei e alla sua famiglia.
Era forse un caso che proprio in quel periodo “il SIGNORE aveva visitato il suo popolo, dandogli del pane”? Il Signore voleva che Naomi tornasse a casa in Betlemme di Giuda perché era lì che il suo piano avrebbe preso corpo. Lei aveva cercato pane in Moab, ma sarebbe dovuta tornare alla “casa del pane”, a Betlemme, dove Dio si sarebbe preso cura di lei.
Era forse un caso che, contro ogni logica, la moabita Rut stava scegliendo di affrontare una vita difficile e piena di incognite per stare con Naomi? Dio sarebbe rimasto indifferente al coraggio che quella giovane moabita stava mostrando?
Naomi era concentrata sul suo dolore e questo le impediva di vedere la mano di Dio all’opera.
Forse in quel momento Naomi vedeva Rut come un peso e non come un aiuto. Eppure Dio avrebbe usato quella moabita per benedire Naomi in una maniera straordinaria. Non è così anche per noi? Talvolta siamo così concentrati sui nostri problemi che consideriamo negativi anche i pochi segnali positivi che Dio mette sul nostro cammino…
Talvolta, come Naomi, vediamo il bicchiere quasi vuoto e non nutriamo alcuna speranza per il nostro futuro. Talvolta potrebbe sembrarci che Dio stia stendendo la sua mano contro di noi. Se guardassimo quel bicchiere dal punto di vista di Dio, potremmo accorgerci che egli non è nostro nemico ma ha già cominciato a riempire di nuovo quel bicchiere. Può sembrare pazzesco, ma dal punto di vista di Dio, come stava accadendo per Naomi, quel bicchiere potrebbe essere già mezzo pieno.
Allora si alzò con le sue nuore per tornarsene dalle campagne di Moab, perché nelle campagne di Moab aveva sentito dire che il SIGNORE aveva visitato il suo popolo, dandogli del pane. Partì dunque con le sue due nuore dal luogo dov’era stata, e si mise in cammino per tornare nel paese di Giuda. E Naomi disse alle sue due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di sua madre; il SIGNORE sia buono con voi, come voi siete state con quelli che sono morti, e con me! Il SIGNORE dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa di un marito!» Le baciò; e quelle si misero a piangere ad alta voce, e le dissero: «No, torneremo con te al tuo popolo». E Naomi rispose: «Tornate indietro, figlie mie! Perché verreste con me? Ho forse ancora dei figli nel mio grembo che possano diventare vostri mariti? Ritornate, figlie mie, andate! Io sono troppo vecchia per risposarmi; e anche se dicessi: “Ne ho speranza”, e anche se avessi stanotte un marito, e partorissi dei figli, aspettereste voi finché fossero grandi? Rinuncereste a sposarvi? No, figlie mie! Io ho tristezza molto più di voi, perché la mano del SIGNORE si è stesa contro di me». Allora esse piansero ad alta voce di nuovo; e Orpa baciò la suocera, ma Rut non si staccò da lei.
IL BICCHIERE É VUOTO?
Naomi era vedova e aveva perso entrambi i figli. Inoltre viveva in un paese straniero e idolatra. Quali prospettive poteva avere per il futuro? Avendo sentito che nel suo paese natìo la carestia era finita, pensò che la cosa migliore fosse tornare in Giuda.
Ma come poteva sistemare le sue due nuore moabite? Secondo la legge che Dio aveva dato ad Israele in Deuteronomio 25, se una donna fosse rimasta vedova e senza figli, avrebbe potuto avvalersi dell’opportunità di divenire sposa di un fratello del defunto in modo che il primogenito nato dalla nuova unione portasse il nome del fratello defunto e il nome della famiglia non fosse estinto in Israele. Ma Naomi non aveva altri figli da dare alle sue nuore ed ormai era troppo vecchia per risposarsi ed avere figli, quindi quella possibilità era da escludersi.
Naomi immaginava che in Giuda nessuno si sarebbe occupato di loro… Come sarebbero sopravvissute? Nessun giudeo si sarebbe preso quelle moabite come mogli ed esse avrebbero vissuto di elemosina… Insomma, Naomi avrebbe avuto già i suoi problemi nel ritornare in Giuda e quelle due giovani moabite potevano essere un ulteriore peso per lei. Lei voleva bene alle sue nuore ed esse ricambiavano il suo affetto ma in quel momento Naomi non vedeva alcun futuro né per sé né per loro, quindi la soluzione più logica sembrava quella di separarsi da loro perché le sue nuore si rifacessero una vita e una famiglia tra i loro connazionali in Moab.
Nelle parole di Naomi in questi dialoghi percepiamo una totale assenza di speranza e fiducia. Ella vedeva solo nero, vedeva solo un bicchiere quasi vuoto e non riusciva ad immaginare alcun futuro possibile per lei e le sue nuore in Israele… Naomi era triste perché si sentiva giudicata da Dio, sentiva che Dio si era accanito contro di lei: “Io ho tristezza molto più di voi, perché la mano del SIGNORE si è stesa contro di me”. Sì, le sue nuore erano rimaste vedove come lei ma lei aveva perso anche i figli e si sentiva quindi il bersaglio principale di Dio in quella situazione.
Da una parte Naomi credeva che Dio era potente e poteva benedire le sue nuore: “il SIGNORE sia buono con voi, come voi siete state con quelli che sono morti, e con me! Il SIGNORE dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa di un marito!”. D’altra parte ella sembrava non avere alcuna speranza che tale benedizione potesse giungere alle sue nuore se fossero restate con lei. In qualche modo è come se Naomi pensasse che, dal momento che lei era quella presa di mira da Dio, le sue nuore non avrebbero avuto futuro restando al suo fianco.
Il pessimismo di Naomi convinse Orpa a tornare in Moab. Ella amava la suocera ma, con ogni probabilità, le argomentazioni di Naomi le fecero intuire che non c’era speranza per lei in Israele. La prospettiva di non sposarsi più, rimanendo povera, vedova e senza figli, dovette sembrarle un prezzo troppo alto da pagare.
In fondo la scelta di Orpa fu una scelta logica dal punto di vista umano. Anche Rut avrebbe potuto fare la stessa scelta ma, se così fosse stato, questa storia sarebbe finita qui, anzi questo libro della bibbia non esisterebbe affatto! Come vedremo, ci fu qualcosa in Rut che la spinse a continuare il viaggio con Naomi, incurante del suo futuro e dei rischi che correva.
Naomi pensava di essere oggetto del giudizio di Dio ma, da come si sono messe le cose, intuiamo che il Signore stava invece operando per dare un futuro a lei e alla sua famiglia.
Era forse un caso che proprio in quel periodo “il SIGNORE aveva visitato il suo popolo, dandogli del pane”? Il Signore voleva che Naomi tornasse a casa in Betlemme di Giuda perché era lì che il suo piano avrebbe preso corpo. Lei aveva cercato pane in Moab, ma sarebbe dovuta tornare alla “casa del pane”, a Betlemme, dove Dio si sarebbe preso cura di lei.
Era forse un caso che, contro ogni logica, la moabita Rut stava scegliendo di affrontare una vita difficile e piena di incognite per stare con Naomi? Dio sarebbe rimasto indifferente al coraggio che quella giovane moabita stava mostrando?
Naomi era concentrata sul suo dolore e questo le impediva di vedere la mano di Dio all’opera.
Forse in quel momento Naomi vedeva Rut come un peso e non come un aiuto. Eppure Dio avrebbe usato quella moabita per benedire Naomi in una maniera straordinaria. Non è così anche per noi? Talvolta siamo così concentrati sui nostri problemi che consideriamo negativi anche i pochi segnali positivi che Dio mette sul nostro cammino…
Talvolta, come Naomi, vediamo il bicchiere quasi vuoto e non nutriamo alcuna speranza per il nostro futuro. Talvolta potrebbe sembrarci che Dio stia stendendo la sua mano contro di noi. Se guardassimo quel bicchiere dal punto di vista di Dio, potremmo accorgerci che egli non è nostro nemico ma ha già cominciato a riempire di nuovo quel bicchiere. Può sembrare pazzesco, ma dal punto di vista di Dio, come stava accadendo per Naomi, quel bicchiere potrebbe essere già mezzo pieno.
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Re: Commenti al libro di Rut
Dom 01 Nov 2020, 11:01
Rut 1:15-18
Naomi disse a Rut: «Ecco, tua cognata se n’è tornata al suo popolo e ai suoi dèi; torna indietro anche tu, come tua cognata!» Ma Rut rispose: «Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch’io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch’io, e là sarò sepolta. Il SIGNORE mi tratti con il massimo rigore, se altra cosa che la morte mi separerà da te!» Quando Naomi la vide fermamente decisa ad andare con lei, non gliene parlò più.
IO NON TI LASCIO
Naomi aveva cercato di allontanare da se entrambe le nuore perché non vedeva alcun futuro possibile per loro nel paese in cui lei stava tornando, in Betlemme di Giudea.
Alla fine Orpa si era arresa, lasciandosi convincere dalla visione pessimistica della suocera, ma l’altra nuora era rimasta a fianco di Naomi.
Naomi non riusciva a liberarsi di Rut. Quella giovane moabita non aveva forse capito che per lei non c’era speranza di rifarsi una vita in Israele? Era così cocciuta? Perché non tornava indietro anche lei come sua cognata? Naomi fece un ultimo tentativo: «Ecco, tua cognata se n’è tornata al suo popolo e ai suoi dèi; torna indietro anche tu, come tua cognata!»
Rut però aveva ormai preso la sua decisione. Rut non aveva alcuna intenzione di lasciare Naomi. Sarebbe stata con lei ovunque. Avrebbe rinunciato al proprio popolo per appartenere al popolo giudaico. Avrebbe lasciato i suoi idoli per riporre la sua fede nello stesso Dio di Naomi. Sarebbe stata con la suocera fino alla morte e là sarebbe rimasta anche dopo la morte della suocera per essere sepolta con lei. Rut stava in sostanza dicendo a sua suocera che non sarebbe rimasta sola perché Rut sarebbe stata la sua famiglia fino alla fine.
Rut e Orpa amavano entrambe la propria suocera ma Rut aveva una ragione in più per stare con la suocera, una ragione che emerge in maniera chiara dalla sua risposta. Rut infatti aveva scelto di confidare nello stesso Dio in cui credeva Naomi. Rut non aveva alcuna intenzione di tornare ai suoi dèi come aveva fatto Orpa perché, nel legarsi a sua suocera, lei si era anche legata al Dio d’Israele, il Creatore dei cieli e della terra, l’unico vero Dio, il Signore.
Rut era talmente convinta che chiamò Dio come testimone e invocò una punizione su di sé da parte di Dio se non si fosse attenuta all’impegno di rimanere con Naomi fino alla morte.
L’atteggiamento di Rut ci fa riflettere, infatti siamo soliti considerare il rapporto nuora-suocera come un rapporto conflittuale. Ma in questo caso, considerando ciò che era pronta a fare per la suocera, possiamo dire che Rut si comportò meglio di una figlia per Naomi!
Le parole di Rut sono davvero commoventi perché non sono un semplice enunciato teologico con il quale Rut diceva di volersi legare al Dio di Naomi ma sono parole che dimostrano una trasformazione interiore. Nel momento stesso in cui Rut stava dichiarando la sua fede nel Dio di Israele, dimostrò tale fede con un solenne impegno davanti a Dio a restare con Naomi. In pratica Rut stava dicendo: “Io non ti lascio. Rimarrò sempre con te. Chiamo Dio come testimone e che egli mi tratti con rigore se non manterrò fede alla mia parola.”
Naomi, nella sua sofferenza, aveva tentato di allontanare Rut rimandandola al suo paese e, addirittura, ai suoi falsi dèi. Le sue parole possono sembrarci davvero fuori luogo! Ma quante volte anche noi, nel dolore, parliamo con leggerezza come fece Naomi? Rut sopportò le parole amare della suocera e decise di ascoltare la voce di Dio che le indicava il modo più giusto di aiutare Naomi.
Rut non si limitò a pronunciare parole frettolose per consolare la suocera ma le mostrò l’amore di Dio in maniera pratica. Rut avrebbe potuto rifarsi una vita in Moab ma preferì rinunciare alla propria vita, andando incontro a mille incertezze, pur di aiutare sua suocera. Nella sua semplicità, Rut stava esprimendo nella maniera più genuina possibile la sua fede e dimostrava in quel modo la trasformazione interiore che il Signore aveva operato in lei! Era pronta a sacrificare la sua vita pur di stare insieme a Naomi.
Come abbiamo visto, Dio non operò un miracolo eclatante per consolare Naomi ma le diede l’amore di Rut che le sarebbe stata vicino. Tante volte Dio agisce in questo modo, manifestandosi a coloro che soffrono proprio attraverso altri esseri umani che si lasciano utilizzare come strumenti nelle sue mani. Naomi non capiva ancora e non apprezzava abbastanza quel dono di Dio, ma in seguito avrebbe compreso quale tesoro Dio le aveva messo a fianco.
A volte non servono tante parole ma è importante la nostra presenza accanto all’altro. Quando siamo nella sofferenza, non abbiamo solo bisogno di qualcuno che ci ricordi che Dio ci ama ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci mostri nella pratica l’amore di Dio per noi, qualcuno che rimanga al nostro fianco e ci aiuti a portare il nostro peso. Questo è ciò che Rut fece nei confronti di Naomi. Quanto abbiamo da imparare da quella giovane moabita!
Naomi disse a Rut: «Ecco, tua cognata se n’è tornata al suo popolo e ai suoi dèi; torna indietro anche tu, come tua cognata!» Ma Rut rispose: «Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch’io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch’io, e là sarò sepolta. Il SIGNORE mi tratti con il massimo rigore, se altra cosa che la morte mi separerà da te!» Quando Naomi la vide fermamente decisa ad andare con lei, non gliene parlò più.
IO NON TI LASCIO
Naomi aveva cercato di allontanare da se entrambe le nuore perché non vedeva alcun futuro possibile per loro nel paese in cui lei stava tornando, in Betlemme di Giudea.
Alla fine Orpa si era arresa, lasciandosi convincere dalla visione pessimistica della suocera, ma l’altra nuora era rimasta a fianco di Naomi.
Naomi non riusciva a liberarsi di Rut. Quella giovane moabita non aveva forse capito che per lei non c’era speranza di rifarsi una vita in Israele? Era così cocciuta? Perché non tornava indietro anche lei come sua cognata? Naomi fece un ultimo tentativo: «Ecco, tua cognata se n’è tornata al suo popolo e ai suoi dèi; torna indietro anche tu, come tua cognata!»
Rut però aveva ormai preso la sua decisione. Rut non aveva alcuna intenzione di lasciare Naomi. Sarebbe stata con lei ovunque. Avrebbe rinunciato al proprio popolo per appartenere al popolo giudaico. Avrebbe lasciato i suoi idoli per riporre la sua fede nello stesso Dio di Naomi. Sarebbe stata con la suocera fino alla morte e là sarebbe rimasta anche dopo la morte della suocera per essere sepolta con lei. Rut stava in sostanza dicendo a sua suocera che non sarebbe rimasta sola perché Rut sarebbe stata la sua famiglia fino alla fine.
Rut e Orpa amavano entrambe la propria suocera ma Rut aveva una ragione in più per stare con la suocera, una ragione che emerge in maniera chiara dalla sua risposta. Rut infatti aveva scelto di confidare nello stesso Dio in cui credeva Naomi. Rut non aveva alcuna intenzione di tornare ai suoi dèi come aveva fatto Orpa perché, nel legarsi a sua suocera, lei si era anche legata al Dio d’Israele, il Creatore dei cieli e della terra, l’unico vero Dio, il Signore.
Rut era talmente convinta che chiamò Dio come testimone e invocò una punizione su di sé da parte di Dio se non si fosse attenuta all’impegno di rimanere con Naomi fino alla morte.
L’atteggiamento di Rut ci fa riflettere, infatti siamo soliti considerare il rapporto nuora-suocera come un rapporto conflittuale. Ma in questo caso, considerando ciò che era pronta a fare per la suocera, possiamo dire che Rut si comportò meglio di una figlia per Naomi!
Le parole di Rut sono davvero commoventi perché non sono un semplice enunciato teologico con il quale Rut diceva di volersi legare al Dio di Naomi ma sono parole che dimostrano una trasformazione interiore. Nel momento stesso in cui Rut stava dichiarando la sua fede nel Dio di Israele, dimostrò tale fede con un solenne impegno davanti a Dio a restare con Naomi. In pratica Rut stava dicendo: “Io non ti lascio. Rimarrò sempre con te. Chiamo Dio come testimone e che egli mi tratti con rigore se non manterrò fede alla mia parola.”
Naomi, nella sua sofferenza, aveva tentato di allontanare Rut rimandandola al suo paese e, addirittura, ai suoi falsi dèi. Le sue parole possono sembrarci davvero fuori luogo! Ma quante volte anche noi, nel dolore, parliamo con leggerezza come fece Naomi? Rut sopportò le parole amare della suocera e decise di ascoltare la voce di Dio che le indicava il modo più giusto di aiutare Naomi.
Rut non si limitò a pronunciare parole frettolose per consolare la suocera ma le mostrò l’amore di Dio in maniera pratica. Rut avrebbe potuto rifarsi una vita in Moab ma preferì rinunciare alla propria vita, andando incontro a mille incertezze, pur di aiutare sua suocera. Nella sua semplicità, Rut stava esprimendo nella maniera più genuina possibile la sua fede e dimostrava in quel modo la trasformazione interiore che il Signore aveva operato in lei! Era pronta a sacrificare la sua vita pur di stare insieme a Naomi.
Come abbiamo visto, Dio non operò un miracolo eclatante per consolare Naomi ma le diede l’amore di Rut che le sarebbe stata vicino. Tante volte Dio agisce in questo modo, manifestandosi a coloro che soffrono proprio attraverso altri esseri umani che si lasciano utilizzare come strumenti nelle sue mani. Naomi non capiva ancora e non apprezzava abbastanza quel dono di Dio, ma in seguito avrebbe compreso quale tesoro Dio le aveva messo a fianco.
A volte non servono tante parole ma è importante la nostra presenza accanto all’altro. Quando siamo nella sofferenza, non abbiamo solo bisogno di qualcuno che ci ricordi che Dio ci ama ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci mostri nella pratica l’amore di Dio per noi, qualcuno che rimanga al nostro fianco e ci aiuti a portare il nostro peso. Questo è ciò che Rut fece nei confronti di Naomi. Quanto abbiamo da imparare da quella giovane moabita!
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Re: Commenti al libro di Rut
Dom 01 Nov 2020, 12:48
Rut 1:19-22
Così fecero il viaggio assieme fino al loro arrivo a Betlemme. E quando giunsero a Betlemme, tutta la città fu commossa per loro. Le donne dicevano: «È proprio Naomi?» E lei rispondeva: «Non mi chiamate Naomi; chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente m’ha riempita d’amarezza. Io partii nell’abbondanza, e il SIGNORE mi riconduce spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando il SIGNORE ha testimoniato contro di me, e l’Onnipotente m’ha resa infelice?» Così Naomi se ne tornò con Rut, la Moabita, sua nuora, venuta dalle campagne di Moab. Esse giunsero a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.
CHIAMATEMI MARA
Hai mai avuto la sensazione che il mondo ti stia crollando addosso?
Ci sono mai stati momenti della tua vita in cui vedevi solo nero?
Allora puoi capire come si sentiva Naomi.
Naomi era talmente abbattuta che le donne del paese stentavano a riconoscerla quando arrivò a Betlemme insieme a Rut. Quelle donne non la vedevano da molti anni e si chiedevano con tono incredulo: «È proprio Naomi?»
La risposta di Naomi a quella domanda ci mostra tutta l’amarezza che la donna provava in quel momento della sua vita: “Non mi chiamate Naomi; chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente m’ha riempita d’amarezza”.
Per comprendere le parole di Naomi dobbiamo considerare che il suo nome, Naomi, nella lingua ebraica significa “mia dolcezza” o “mia delizia” mentre il nome Mara porta con sé il significato di “amarezza”, “tristezza”, “infelicità”.
D’altra parte, dal suo punto di vista, la situazione era tragica: il passato le riportava alla mente i suoi cari che ora non c’erano più, il presente le sembrava un peso impossibile da sopportare, il futuro appariva senza prospettive e senza speranza. In simili circostanze il suo nome doveva suonarle come una beffa…
L’aspetto più triste delle parole di Naomi è il modo in cui lei si sente l’oggetto del giudizio di Dio. Per ben quattro volte in poche righe ella ribadisce il medesimo concetto con parole diverse:
1) l’Onnipotente m’ha riempita d’amarezza;
2) il SIGNORE mi riconduce spoglia di tutto;
3) il SIGNORE ha testimoniato contro di me;
4) l’Onnipotente m’ha resa infelice.
Naomi in quel momento era convinta che il Signore avesse usato la mano pesante nei suoi confronti. L’aveva riempita d’amarezza, l’aveva resa infelice, l’aveva spogliata di tutto, aveva testimoniato contro di lei e la stava quindi giudicando.
Dopo tutto ciò che le era successo, Naomi vedeva il Signore come un giudice piuttosto che come un padre amorevole. Più che Colui al quale poteva chiedere soccorso, Dio sembrava essere il suo nemico, l’artefice dei suoi mali. Si sentiva colpita da Dio e si stava rassegnando ad una vita piena d’amarezza.
Le parole di Naomi potrebbero suonare irrispettose nei confronti di Dio. Sì, è così. Ma io credo che, piuttosto che biasimarla per le sue parole, se vogliamo imparare qualcosa che può essere utile anche nella nostra vita, dobbiamo provare a metterci nei suoi panni. Quante volte, trovandoci in situazioni difficili, sotto pressione, anche noi abbiamo detto cose che in altri momenti non avremmo neanche pensato?
Ciò che stava accadendo a Naomi è tipico di chiunque si trovi in una situazione particolarmente dolorosa. Quando il buio sembra inghiottire ogni cosa intorno a noi, è difficile essere oggettivi. In quei momenti, anche se sappiamo che Dio è potente, che ci ama e non ci abbandona, è difficile rimanere lucidi e c’è il pericolo di scivolare nello sconforto.
Ma le cose stavano davvero come Naomi aveva detto?
Non possiamo fare a meno di notare che mentre pronunciava quelle parole, vicino a Naomi c’era un’altra donna, Rut, che le aveva già mostrato il suo amore restando al suo fianco ed accompagnandola in quel viaggio di ritorno a Betlemme. Naomi non era davvero sola ma in quel momento parlava come se Rut non ci fosse neanche. Come accade a chiunque si trovi nel dolore, in quel momento i suoi occhi non riuscivano a vedere ciò che il Signore le aveva donato, una nuora che si sarebbe rivelata più preziosa di sette figli (Rut 4:15).
Naomi vedeva solo ciò che le era stato tolto ma il Signore non l’aveva davvero spogliata di tutto! Il resto del libro dimostrerà che, nella sua infinita grazia, Colui che a Naomi sembrava solo un giudice severo, stava già attuando il suo piano per risollevarla e darle una speranza.
Quando tutto va a rotoli, non è facile affrontare la vita in maniera serena e vedere le cose con una prospettiva equilibrata. È facile essere severi con chi, trovandosi nel dolore, sembra vacillare nella sua fede, ma quanti di noi, trovandosi al posto di Naomi, si sarebbero lamentati nello stesso modo gridando: “Dio, perché mi fai questo? Perché proprio a me?”
Potrebbero esserci momenti bui anche nella nostra vita, momenti in cui anche noi potremmo essere tentati di dire “chiamatemi Mara perché non c’è più spazio per la gioia nella mia vita”. Preghiamo il Signore affinché in quei momenti Dio ci aiuti a non rimanere concentrati su ciò che ci è stato tolto ma su ciò che egli ci ha dato. Forse, guardandoci intorno, riusciremo a scorgere la Rut che Dio ci ha messo al fianco per rendere il nostro cammino meno amaro.
Così fecero il viaggio assieme fino al loro arrivo a Betlemme. E quando giunsero a Betlemme, tutta la città fu commossa per loro. Le donne dicevano: «È proprio Naomi?» E lei rispondeva: «Non mi chiamate Naomi; chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente m’ha riempita d’amarezza. Io partii nell’abbondanza, e il SIGNORE mi riconduce spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando il SIGNORE ha testimoniato contro di me, e l’Onnipotente m’ha resa infelice?» Così Naomi se ne tornò con Rut, la Moabita, sua nuora, venuta dalle campagne di Moab. Esse giunsero a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.
CHIAMATEMI MARA
Hai mai avuto la sensazione che il mondo ti stia crollando addosso?
Ci sono mai stati momenti della tua vita in cui vedevi solo nero?
Allora puoi capire come si sentiva Naomi.
Naomi era talmente abbattuta che le donne del paese stentavano a riconoscerla quando arrivò a Betlemme insieme a Rut. Quelle donne non la vedevano da molti anni e si chiedevano con tono incredulo: «È proprio Naomi?»
La risposta di Naomi a quella domanda ci mostra tutta l’amarezza che la donna provava in quel momento della sua vita: “Non mi chiamate Naomi; chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente m’ha riempita d’amarezza”.
Per comprendere le parole di Naomi dobbiamo considerare che il suo nome, Naomi, nella lingua ebraica significa “mia dolcezza” o “mia delizia” mentre il nome Mara porta con sé il significato di “amarezza”, “tristezza”, “infelicità”.
D’altra parte, dal suo punto di vista, la situazione era tragica: il passato le riportava alla mente i suoi cari che ora non c’erano più, il presente le sembrava un peso impossibile da sopportare, il futuro appariva senza prospettive e senza speranza. In simili circostanze il suo nome doveva suonarle come una beffa…
L’aspetto più triste delle parole di Naomi è il modo in cui lei si sente l’oggetto del giudizio di Dio. Per ben quattro volte in poche righe ella ribadisce il medesimo concetto con parole diverse:
1) l’Onnipotente m’ha riempita d’amarezza;
2) il SIGNORE mi riconduce spoglia di tutto;
3) il SIGNORE ha testimoniato contro di me;
4) l’Onnipotente m’ha resa infelice.
Naomi in quel momento era convinta che il Signore avesse usato la mano pesante nei suoi confronti. L’aveva riempita d’amarezza, l’aveva resa infelice, l’aveva spogliata di tutto, aveva testimoniato contro di lei e la stava quindi giudicando.
Dopo tutto ciò che le era successo, Naomi vedeva il Signore come un giudice piuttosto che come un padre amorevole. Più che Colui al quale poteva chiedere soccorso, Dio sembrava essere il suo nemico, l’artefice dei suoi mali. Si sentiva colpita da Dio e si stava rassegnando ad una vita piena d’amarezza.
Le parole di Naomi potrebbero suonare irrispettose nei confronti di Dio. Sì, è così. Ma io credo che, piuttosto che biasimarla per le sue parole, se vogliamo imparare qualcosa che può essere utile anche nella nostra vita, dobbiamo provare a metterci nei suoi panni. Quante volte, trovandoci in situazioni difficili, sotto pressione, anche noi abbiamo detto cose che in altri momenti non avremmo neanche pensato?
Ciò che stava accadendo a Naomi è tipico di chiunque si trovi in una situazione particolarmente dolorosa. Quando il buio sembra inghiottire ogni cosa intorno a noi, è difficile essere oggettivi. In quei momenti, anche se sappiamo che Dio è potente, che ci ama e non ci abbandona, è difficile rimanere lucidi e c’è il pericolo di scivolare nello sconforto.
Ma le cose stavano davvero come Naomi aveva detto?
Non possiamo fare a meno di notare che mentre pronunciava quelle parole, vicino a Naomi c’era un’altra donna, Rut, che le aveva già mostrato il suo amore restando al suo fianco ed accompagnandola in quel viaggio di ritorno a Betlemme. Naomi non era davvero sola ma in quel momento parlava come se Rut non ci fosse neanche. Come accade a chiunque si trovi nel dolore, in quel momento i suoi occhi non riuscivano a vedere ciò che il Signore le aveva donato, una nuora che si sarebbe rivelata più preziosa di sette figli (Rut 4:15).
Naomi vedeva solo ciò che le era stato tolto ma il Signore non l’aveva davvero spogliata di tutto! Il resto del libro dimostrerà che, nella sua infinita grazia, Colui che a Naomi sembrava solo un giudice severo, stava già attuando il suo piano per risollevarla e darle una speranza.
Quando tutto va a rotoli, non è facile affrontare la vita in maniera serena e vedere le cose con una prospettiva equilibrata. È facile essere severi con chi, trovandosi nel dolore, sembra vacillare nella sua fede, ma quanti di noi, trovandosi al posto di Naomi, si sarebbero lamentati nello stesso modo gridando: “Dio, perché mi fai questo? Perché proprio a me?”
Potrebbero esserci momenti bui anche nella nostra vita, momenti in cui anche noi potremmo essere tentati di dire “chiamatemi Mara perché non c’è più spazio per la gioia nella mia vita”. Preghiamo il Signore affinché in quei momenti Dio ci aiuti a non rimanere concentrati su ciò che ci è stato tolto ma su ciò che egli ci ha dato. Forse, guardandoci intorno, riusciremo a scorgere la Rut che Dio ci ha messo al fianco per rendere il nostro cammino meno amaro.
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Re: Commenti al libro di Rut
Dom 01 Nov 2020, 19:18
Rut 2:1-7
Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco, della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. Rut, la Moabita, disse a Naomi: «Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale avrò trovato grazia». E lei le rispose: «Va’, figlia mia». Rut andò e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso si trovò nella parte di terra appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelec. Ed ecco che Boaz giunse da Betlemme, e disse ai mietitori: «Il SIGNORE sia con voi!» E quelli gli risposero: «Il SIGNORE ti benedica!» Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: «Di chi è questa fanciulla?» Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: «È una fanciulla moabita; quella che è tornata con Naomi dalle campagne di Moab. Lei ci ha detto: “Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe cadute dai mannelli, dietro ai mietitori”. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora; soltanto adesso si è seduta nella casa per un po’».
DIO DIETRO LE QUINTE
Il primo capitolo del libro di Rut si era concluso con un grande pessimismo. Naomi, piena di amarezza, aveva dichiarato che Dio l’aveva resa infelice…
Quale contrasto con l’inizio di questo secondo capitolo! Infatti, una nota dell’autore ci informa del fatto che, a dispetto della situazione catastrofica che Naomi vedeva, ella aveva comunque un parente di suo marito potente e ricco proprio lì in Betlemme.
Naomi, triste e rassegnata, sembra ignorare questo parente e non aveva dato indicazioni specifiche a Rut circa il campo dove andare a spigolare.
Infatti fu Rut a prendere l’iniziativa offrendosi per andare a cercare del cibo.
La legge che Dio aveva dato ad Israele prevedeva che gli Israeliti si preoccupassero di lasciare sempre qualcosa per i poveri quando mietevano il proprio raccolto. In Deuteronomio 24:19 leggiamo infatti:
“Se, mietendo il tuo campo, vi avrai dimenticato qualche covone, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per lo straniero, per l’orfano e per la vedova, affinché il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica in tutta l’opera delle tue mani. ”
Rut, basandosi su tale legge, sperava di trovar grazia agli occhi di qualcuno che le permettesse proprio di spigolare tra gli avanzi del raccolto, andando dietro ai mietitori. Al tempo dei giudici, in un periodo in cui in Israele non c’erano molte persone che temevano Dio, non era scontato che ella trovasse delle persone gentili e rispettose della legge. Era sicuramente più facile che trovasse persone intenzionate ad approfittare di lei.
C’erano quindi molte incertezze in ciò che Rut si apprestava a fare, ma l’alternativa sarebbe stata morire di fame, pertanto Naomi non poté fare altro che lasciarla andare, dicendo: «Va’, figlia mia».
Il momento che cambia tutto in questo piccolo libro della bibbia è proprio il momento in cui Rut finisce a spigolare dietro ai mietitori nella parte di terra appartenente a Boaz, il parente di Naomi. Come abbiamo detto, Naomi non aveva dato indicazioni e Rut non conosceva nessuno. Eppure “per caso”, Rut finì proprio in quel terreno.
Chi non crede in Dio potrebbe dire che Rut è stata proprio fortunata, alla luce di ciò che leggeremo in seguito. Ma chi crede in Dio sa benissimo che il Signore si manifesta di frequente proprio attraverso episodi apparentemente casuali come questo.
Dio non guida la storia sempre attraverso miracoli eclatanti ma spesso agisce dietro le quinte proprio come in questo caso.
Mentre Naomi e Rut non sapevano dove andare, Dio sapeva benissimo che in Betlemme c’era un gentiluomo, Boaz, che avrebbe potuto fare molto per quella famiglia.
Che si tratti di un gentiluomo, lo capiamo subito dal modo in cui egli viene introdotto nel racconto. Il suo timore di Dio si manifesta subito nel suo modo di salutare coloro che lavoravano per lui: «Il SIGNORE sia con voi!». Inoltre cominciò subito ad informarsi su quella giovane moabita che dal mattino era stata umilmente dietro i suoi servitori per raccogliere le spighe cadute dai mannelli d’orzo, lavorando duramente per sé e per sua suocera. Come vedremo, Boaz non rimarrà insensibile alle virtù che Rut aveva mostrato. Il piano di Dio si era messo in moto e Rut aveva trovato grazia agli occhi di Boaz.
Siamo onesti, quante probabilità c’erano che, di tanti campi, Rut finisse proprio nel campo di Boaz? Ben poche, vero? Naomi si era sentita giudicata da Dio il quale, a suo dire, l’aveva resa infelice. Eppure quella mattina la sua nuora Rut, senza indicazioni da parte sua, era finita “per caso” nel terreno giusto.
Pensiamo ora alla nostra vita… Quante volte non abbiamo alcun piano e non abbiamo alcuna idea di come tirarci fuori da una situazione? E quante volte sembra proprio che “il caso” ci venga in aiuto? In tali occasioni, molti si ritengono fortunati, non pensano neanche che Dio stia agendo in loro favore… Poi ci sono occasioni in cui invece le cose vanno male e molti sono pronti a prendersela con Dio un po’ come aveva fatto Naomi…
Chissà quante volte Dio si è manifestato silenziosamente, con discrezione nella nostra vita e noi non ce ne siamo neanche accorti. Quando le cose vanno male è facile pensare che Dio ci abbia reso infelici ma quando accadono eventi positivi siamo in grado di riconoscere l’azione di Dio dietro le quinte della nostra vita?
Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco, della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. Rut, la Moabita, disse a Naomi: «Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale avrò trovato grazia». E lei le rispose: «Va’, figlia mia». Rut andò e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso si trovò nella parte di terra appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelec. Ed ecco che Boaz giunse da Betlemme, e disse ai mietitori: «Il SIGNORE sia con voi!» E quelli gli risposero: «Il SIGNORE ti benedica!» Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: «Di chi è questa fanciulla?» Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: «È una fanciulla moabita; quella che è tornata con Naomi dalle campagne di Moab. Lei ci ha detto: “Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe cadute dai mannelli, dietro ai mietitori”. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora; soltanto adesso si è seduta nella casa per un po’».
DIO DIETRO LE QUINTE
Il primo capitolo del libro di Rut si era concluso con un grande pessimismo. Naomi, piena di amarezza, aveva dichiarato che Dio l’aveva resa infelice…
Quale contrasto con l’inizio di questo secondo capitolo! Infatti, una nota dell’autore ci informa del fatto che, a dispetto della situazione catastrofica che Naomi vedeva, ella aveva comunque un parente di suo marito potente e ricco proprio lì in Betlemme.
Naomi, triste e rassegnata, sembra ignorare questo parente e non aveva dato indicazioni specifiche a Rut circa il campo dove andare a spigolare.
Infatti fu Rut a prendere l’iniziativa offrendosi per andare a cercare del cibo.
La legge che Dio aveva dato ad Israele prevedeva che gli Israeliti si preoccupassero di lasciare sempre qualcosa per i poveri quando mietevano il proprio raccolto. In Deuteronomio 24:19 leggiamo infatti:
“Se, mietendo il tuo campo, vi avrai dimenticato qualche covone, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per lo straniero, per l’orfano e per la vedova, affinché il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica in tutta l’opera delle tue mani. ”
Rut, basandosi su tale legge, sperava di trovar grazia agli occhi di qualcuno che le permettesse proprio di spigolare tra gli avanzi del raccolto, andando dietro ai mietitori. Al tempo dei giudici, in un periodo in cui in Israele non c’erano molte persone che temevano Dio, non era scontato che ella trovasse delle persone gentili e rispettose della legge. Era sicuramente più facile che trovasse persone intenzionate ad approfittare di lei.
C’erano quindi molte incertezze in ciò che Rut si apprestava a fare, ma l’alternativa sarebbe stata morire di fame, pertanto Naomi non poté fare altro che lasciarla andare, dicendo: «Va’, figlia mia».
Il momento che cambia tutto in questo piccolo libro della bibbia è proprio il momento in cui Rut finisce a spigolare dietro ai mietitori nella parte di terra appartenente a Boaz, il parente di Naomi. Come abbiamo detto, Naomi non aveva dato indicazioni e Rut non conosceva nessuno. Eppure “per caso”, Rut finì proprio in quel terreno.
Chi non crede in Dio potrebbe dire che Rut è stata proprio fortunata, alla luce di ciò che leggeremo in seguito. Ma chi crede in Dio sa benissimo che il Signore si manifesta di frequente proprio attraverso episodi apparentemente casuali come questo.
Dio non guida la storia sempre attraverso miracoli eclatanti ma spesso agisce dietro le quinte proprio come in questo caso.
Mentre Naomi e Rut non sapevano dove andare, Dio sapeva benissimo che in Betlemme c’era un gentiluomo, Boaz, che avrebbe potuto fare molto per quella famiglia.
Che si tratti di un gentiluomo, lo capiamo subito dal modo in cui egli viene introdotto nel racconto. Il suo timore di Dio si manifesta subito nel suo modo di salutare coloro che lavoravano per lui: «Il SIGNORE sia con voi!». Inoltre cominciò subito ad informarsi su quella giovane moabita che dal mattino era stata umilmente dietro i suoi servitori per raccogliere le spighe cadute dai mannelli d’orzo, lavorando duramente per sé e per sua suocera. Come vedremo, Boaz non rimarrà insensibile alle virtù che Rut aveva mostrato. Il piano di Dio si era messo in moto e Rut aveva trovato grazia agli occhi di Boaz.
Siamo onesti, quante probabilità c’erano che, di tanti campi, Rut finisse proprio nel campo di Boaz? Ben poche, vero? Naomi si era sentita giudicata da Dio il quale, a suo dire, l’aveva resa infelice. Eppure quella mattina la sua nuora Rut, senza indicazioni da parte sua, era finita “per caso” nel terreno giusto.
Pensiamo ora alla nostra vita… Quante volte non abbiamo alcun piano e non abbiamo alcuna idea di come tirarci fuori da una situazione? E quante volte sembra proprio che “il caso” ci venga in aiuto? In tali occasioni, molti si ritengono fortunati, non pensano neanche che Dio stia agendo in loro favore… Poi ci sono occasioni in cui invece le cose vanno male e molti sono pronti a prendersela con Dio un po’ come aveva fatto Naomi…
Chissà quante volte Dio si è manifestato silenziosamente, con discrezione nella nostra vita e noi non ce ne siamo neanche accorti. Quando le cose vanno male è facile pensare che Dio ci abbia reso infelici ma quando accadono eventi positivi siamo in grado di riconoscere l’azione di Dio dietro le quinte della nostra vita?
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Re: Commenti al libro di Rut
Lun 02 Nov 2020, 18:58
Rut 2:8-16
Allora Boaz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia; non andare a spigolare in un altro campo; e non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve; guarda qual è il campo che si miete, e va’ dietro a loro. Ho ordinato ai miei servi che non ti tocchino; e quando avrai sete, andrai a bere dai vasi l’acqua che i servi avranno attinta». Allora Rut si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra, e gli disse: «Come mai ho trovato grazia agli occhi tuoi, così che tu presti attenzione a me che sono una straniera?» Boaz le rispose: «Mi è stato riferito tutto quello che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo, per venire a un popolo che prima non conoscevi. Il SIGNORE ti dia il contraccambio di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte del SIGNORE, del Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!» Lei gli disse: «Possa io trovare grazia agli occhi tuoi, o mio signore! Poiché tu m’hai consolata, e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve». Poi, al momento del pasto, Boaz le disse: «Vieni qua, mangia del pane, e intingi il tuo boccone nell’aceto». E lei si mise seduta accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito, e lei ne mangiò, si saziò, e ne mise da parte gli avanzi. Poi si alzò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest’ordine ai suoi servi: «Lasciatela spigolare anche fra i mannelli, e non offendetela! Strappate anche, per lei, delle spighe dai covoni; e lasciatele lì perché le raccolga, e non la sgridate!»
ANIME CHE SI INCONTRANO
Dopo essersi informato nei confronti di Rut, Boaz aveva compreso che quella giovane moabita meritava di essere trattata con rispetto.
Boaz dimostra di essere un vero gentiluomo, mostrando grande sensibilità verso una donna che, pur essendo straniera, aveva abbandonato il suo paese e la sua famiglia per prendersi cura di sua suocera.
Ma soprattutto Boaz dimostra di essere un uomo che teme davvero il Signore e sa quindi apprezzare le cose importanti. Altri uomini avrebbero piuttosto guardato all’aspetto fisico di Rut, ma Boaz è evidentemente colpito dal comportamento di quella giovane moabita che aveva mostrato una grande fede nel Dio d’Israele accettando di andare a Betlemme tra mille incertezze.
Rut si accorse subito di avere davanti un uomo davvero gentile. Non sembrava infastidito dalla sua presenza, anzi le permetteva di rimanere a spigolare con le sue serve e di bere l’acqua attinta dai suoi servi. Rut non riuscì a fare a meno di chiedere a quell’uomo come fosse possibile che le riservasse tante attenzioni anche se lei era una straniera; Boaz dichiarò in maniera esplicita di essere stato colpito da ciò che Rut aveva fatto per sua suocera. Rut aveva mostrato dei di avere dei valori che Boaz non poteva ignorare.
Queste prime battute ci mostrano due anime che temono Dio e sanno subito riconoscersi a vicenda. Tra loro sembra nascere in maniera naturale una simpatia non basata sull’aspetto ma sulle qualità interiori.
La fede di Boaz emerge in maniera specifica quando la benedice chiedendo a Dio di ricompensarla in maniera abbondante rendendole il contraccambio per ciò che lei aveva fatto. Egli riconosce che quella ragazza si era rifugiata sotto le ali del Dio d’Israele e non può fare a meno di chiedere a quel medesimo Dio di mostrare la sua grazia verso quella ragazza così coraggiosa e amorevole nei confronti della suocera.
Le parole di Boaz fecero subito breccia nel cuore di Rut che si sentì apprezzata in un modo che non si sarebbe mai aspettata da un uomo israelita. Quell’uomo gentile aveva davvero parlato al suo cuore.
Il modo in cui permise a Rut di mangiare con il resto dei mietitori e gli ordini che diede ai suoi servi di facilitarle il compito lasciando cadere appositamente delle spighe per lei, dimostrano che Boaz non aveva solo invocato le benedizioni di Dio su Rut ma si era messo lui stesso a disposizione di Dio per benedire quella ragazza e renderle da subito la vita più facile.
Molti uomini, anche nella nostra società, sono piuttosto colpiti dall’aspetto fisico di una donna ma mostrano scarso interesse per le sue qualità interiori. Ciò che mi rattrista è vedere che anche molti giovani cristiani dimostrano scarsa attenzione agli aspetti caratteriali di una donna e, per questo motivo, commettono gravi errori nella scelta del proprio coniuge costruendo matrimoni destinati al fallimento mentre ci sono donne straordinarie che essi non degnano neanche di uno sguardo.
Un uomo che ama Dio dovrebbe saper riconoscere una donna che ama Dio e una donna che ama Dio dovrebbe essere in grado di riconoscere un uomo che ama Dio. Il primo incontro tra Rut e Boaz fu proprio un incontro di anime che temono Dio e sanno riconoscersi l’un l’altra.
Allora Boaz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia; non andare a spigolare in un altro campo; e non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve; guarda qual è il campo che si miete, e va’ dietro a loro. Ho ordinato ai miei servi che non ti tocchino; e quando avrai sete, andrai a bere dai vasi l’acqua che i servi avranno attinta». Allora Rut si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra, e gli disse: «Come mai ho trovato grazia agli occhi tuoi, così che tu presti attenzione a me che sono una straniera?» Boaz le rispose: «Mi è stato riferito tutto quello che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo, per venire a un popolo che prima non conoscevi. Il SIGNORE ti dia il contraccambio di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte del SIGNORE, del Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!» Lei gli disse: «Possa io trovare grazia agli occhi tuoi, o mio signore! Poiché tu m’hai consolata, e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve». Poi, al momento del pasto, Boaz le disse: «Vieni qua, mangia del pane, e intingi il tuo boccone nell’aceto». E lei si mise seduta accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito, e lei ne mangiò, si saziò, e ne mise da parte gli avanzi. Poi si alzò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest’ordine ai suoi servi: «Lasciatela spigolare anche fra i mannelli, e non offendetela! Strappate anche, per lei, delle spighe dai covoni; e lasciatele lì perché le raccolga, e non la sgridate!»
ANIME CHE SI INCONTRANO
Dopo essersi informato nei confronti di Rut, Boaz aveva compreso che quella giovane moabita meritava di essere trattata con rispetto.
Boaz dimostra di essere un vero gentiluomo, mostrando grande sensibilità verso una donna che, pur essendo straniera, aveva abbandonato il suo paese e la sua famiglia per prendersi cura di sua suocera.
Ma soprattutto Boaz dimostra di essere un uomo che teme davvero il Signore e sa quindi apprezzare le cose importanti. Altri uomini avrebbero piuttosto guardato all’aspetto fisico di Rut, ma Boaz è evidentemente colpito dal comportamento di quella giovane moabita che aveva mostrato una grande fede nel Dio d’Israele accettando di andare a Betlemme tra mille incertezze.
Rut si accorse subito di avere davanti un uomo davvero gentile. Non sembrava infastidito dalla sua presenza, anzi le permetteva di rimanere a spigolare con le sue serve e di bere l’acqua attinta dai suoi servi. Rut non riuscì a fare a meno di chiedere a quell’uomo come fosse possibile che le riservasse tante attenzioni anche se lei era una straniera; Boaz dichiarò in maniera esplicita di essere stato colpito da ciò che Rut aveva fatto per sua suocera. Rut aveva mostrato dei di avere dei valori che Boaz non poteva ignorare.
Queste prime battute ci mostrano due anime che temono Dio e sanno subito riconoscersi a vicenda. Tra loro sembra nascere in maniera naturale una simpatia non basata sull’aspetto ma sulle qualità interiori.
La fede di Boaz emerge in maniera specifica quando la benedice chiedendo a Dio di ricompensarla in maniera abbondante rendendole il contraccambio per ciò che lei aveva fatto. Egli riconosce che quella ragazza si era rifugiata sotto le ali del Dio d’Israele e non può fare a meno di chiedere a quel medesimo Dio di mostrare la sua grazia verso quella ragazza così coraggiosa e amorevole nei confronti della suocera.
Le parole di Boaz fecero subito breccia nel cuore di Rut che si sentì apprezzata in un modo che non si sarebbe mai aspettata da un uomo israelita. Quell’uomo gentile aveva davvero parlato al suo cuore.
Il modo in cui permise a Rut di mangiare con il resto dei mietitori e gli ordini che diede ai suoi servi di facilitarle il compito lasciando cadere appositamente delle spighe per lei, dimostrano che Boaz non aveva solo invocato le benedizioni di Dio su Rut ma si era messo lui stesso a disposizione di Dio per benedire quella ragazza e renderle da subito la vita più facile.
Molti uomini, anche nella nostra società, sono piuttosto colpiti dall’aspetto fisico di una donna ma mostrano scarso interesse per le sue qualità interiori. Ciò che mi rattrista è vedere che anche molti giovani cristiani dimostrano scarsa attenzione agli aspetti caratteriali di una donna e, per questo motivo, commettono gravi errori nella scelta del proprio coniuge costruendo matrimoni destinati al fallimento mentre ci sono donne straordinarie che essi non degnano neanche di uno sguardo.
Un uomo che ama Dio dovrebbe saper riconoscere una donna che ama Dio e una donna che ama Dio dovrebbe essere in grado di riconoscere un uomo che ama Dio. Il primo incontro tra Rut e Boaz fu proprio un incontro di anime che temono Dio e sanno riconoscersi l’un l’altra.
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Re: Commenti al libro di Rut
Mar 03 Nov 2020, 17:50
Rut 2:17-23
Così lei spigolò nel campo fino alla sera; batté quello che aveva raccolto, e ne ricavò circa un efa d’orzo. Se lo caricò addosso, entrò in città, e sua suocera vide ciò che aveva spigolato; e Rut tirò fuori quello che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata, e glielo diede. La suocera le chiese: «Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che ti ha fatto una così buona accoglienza!» E Rut disse alla suocera presso chi aveva lavorato, e aggiunse: «L’uomo, presso il quale ho lavorato oggi, si chiama Boaz». E Naomi disse a sua nuora: «Sia egli benedetto dal SIGNORE, perché non ha rinunciato a mostrare ai vivi la bontà che ebbe verso i morti!» E aggiunse: «Quest’uomo è nostro parente stretto; è di quelli che hanno su di noi il diritto di riscatto». E Rut, la Moabita, disse: «Mi ha anche detto: “Rimani con i miei servi, finché abbiano finita tutta la mia mietitura”». E Naomi disse a Rut sua nuora: «È bene, figlia mia, che tu vada con le sue serve e non ti faccia sorprendere in un altro campo». Lei rimase dunque con le serve di Boaz, a spigolare, fino alla conclusione della mietitura dell’orzo e del frumento. E abitava con sua suocera.
UN RAGGIO DI SOLE DOPO LA TEMPESTA
Mentre Rut lavorava nel campo di Boaz, Naomi era rimasta a casa. Possiamo solo immaginare i pensieri che sono passati nella testa di Naomi durante quella lunga giornata… Chissà se Rut ha trovato qualcuno che le abbia permesso di spigolare nel proprio campo? Sarà stata maltrattata? Avrà incontrato degli uomini che hanno approfittato di lei?
Verso sera, quando Rut tornò a casa, Naomi poté tirare un sospiro di sollievo. Non solo Rut era tornata sana e salva ma aveva anche con sé un efa d’orzo! Si trattava di una quantità straordinaria per una giornata di raccolto di una singola persona, anche considerando che Rut aveva spigolato dietro ai mietitori, raccogliendo ciò che loro avanzavano. Dal momento che un efa corrisponde circa a 35 litri, si può stimare che Rut aveva raccolto circa 22 Kg di orzo, una quantità sufficiente per sfamare Rut e Naomi per parecchie settimane!
Inoltre Rut aveva anche portato a Naomi gli avanzi del suo pranzo affinché anche lei potesse mangiarne un po’.
Per la prima volta in questo racconto, la triste Naomi pare ritrovare un po’ di gioia. La immagino con un sorriso che le illumina il volto mentre chiede a Rut dove aveva spigolato tutto quell’orzo… Era evidente che Rut aveva trovato qualcuno che non solo le aveva permesso di spigolare dietro ai mietitori ma aveva davvero avuto un occhio di riguardo nei confronti di Rut.
Finalmente la Naomi che si sentiva giudicata da Dio, che accusava Dio di averla resa infelice, ritrovò un po’ di fiducia in Dio e ne invocò la benedizione: “Benedetto colui che ti ha fatto una così buona accoglienza!”, “Sia egli benedetto dal SIGNORE, perché non ha rinunciato a mostrare ai vivi la bontà che ebbe verso i morti!”.
Inoltre Naomi, che fino a quel momento era stata talmente abbattuta da non vedere alcuna possibilità per il futuro, improvvisamente si ricordò che Boaz non aveva solo mostrato bontà nei confronti di Rut come aveva già fatto in passato nei confronti dei suoi famigliari, ma aveva le potenzialità per fare ancora di più, infatti aveva il diritto di riscatto su di loro, poteva cioè svolgere il ruolo di riscattatore della famiglia aiutandole a ritornare in possesso delle proprie terre, probabilmente ipotecate quando lei era partita da Betlemme insieme a suo marito e magari poteva addirittura dare una discendenza a Rut.
È sorprendente come in un attimo Naomi ritrovò le energie e cominciò a dispensare consigli alla nuora dicendole di fare ciò che quell’uomo aveva detto rimanendo a spigolare nel campo di Boaz fino alla fine della mietitura. Evidentemente Naomi aveva capito che quell’uomo aveva preso a cuore la loro causa e, vista la gentilezza che aveva mostrato, certamente non voleva che Rut gli facesse uno sgarbo andando a spigolare in altri campi.
È bello vedere in questo brano come Naomi stava ritornando a sperare, a fare programmi, ad essere una guida per la giovane nuora… In sostanza Naomi stava tornando a vivere!
È straordinario il modo in cui il Signore può cambiare le cose in un attimo.
Bastò un attimo a cambiare una situazione che sembrava disperata.
Bastò un attimo a riportare il sorriso sul volto di Naomi.
Bastò un attimo per portare un raggio di sole dopo la tempesta che sembrava non dover finire mai.
Questo è incoraggiante per coloro che stanno affrontando momenti difficili, non trovi? Forse questa mattina la tua giornata è incominciata tra mille incertezze e preoccupazioni, ma chi può dire che non possa finire con un sorriso sulle labbra?
Se sei in mezzo alla tempesta, ti invito a confidare in Dio e prego perché egli porti un raggio di sole nella tua vita in modo che la tua prospettiva possa cambiare come cambiò quella di Naomi.
Così lei spigolò nel campo fino alla sera; batté quello che aveva raccolto, e ne ricavò circa un efa d’orzo. Se lo caricò addosso, entrò in città, e sua suocera vide ciò che aveva spigolato; e Rut tirò fuori quello che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata, e glielo diede. La suocera le chiese: «Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che ti ha fatto una così buona accoglienza!» E Rut disse alla suocera presso chi aveva lavorato, e aggiunse: «L’uomo, presso il quale ho lavorato oggi, si chiama Boaz». E Naomi disse a sua nuora: «Sia egli benedetto dal SIGNORE, perché non ha rinunciato a mostrare ai vivi la bontà che ebbe verso i morti!» E aggiunse: «Quest’uomo è nostro parente stretto; è di quelli che hanno su di noi il diritto di riscatto». E Rut, la Moabita, disse: «Mi ha anche detto: “Rimani con i miei servi, finché abbiano finita tutta la mia mietitura”». E Naomi disse a Rut sua nuora: «È bene, figlia mia, che tu vada con le sue serve e non ti faccia sorprendere in un altro campo». Lei rimase dunque con le serve di Boaz, a spigolare, fino alla conclusione della mietitura dell’orzo e del frumento. E abitava con sua suocera.
UN RAGGIO DI SOLE DOPO LA TEMPESTA
Mentre Rut lavorava nel campo di Boaz, Naomi era rimasta a casa. Possiamo solo immaginare i pensieri che sono passati nella testa di Naomi durante quella lunga giornata… Chissà se Rut ha trovato qualcuno che le abbia permesso di spigolare nel proprio campo? Sarà stata maltrattata? Avrà incontrato degli uomini che hanno approfittato di lei?
Verso sera, quando Rut tornò a casa, Naomi poté tirare un sospiro di sollievo. Non solo Rut era tornata sana e salva ma aveva anche con sé un efa d’orzo! Si trattava di una quantità straordinaria per una giornata di raccolto di una singola persona, anche considerando che Rut aveva spigolato dietro ai mietitori, raccogliendo ciò che loro avanzavano. Dal momento che un efa corrisponde circa a 35 litri, si può stimare che Rut aveva raccolto circa 22 Kg di orzo, una quantità sufficiente per sfamare Rut e Naomi per parecchie settimane!
Inoltre Rut aveva anche portato a Naomi gli avanzi del suo pranzo affinché anche lei potesse mangiarne un po’.
Per la prima volta in questo racconto, la triste Naomi pare ritrovare un po’ di gioia. La immagino con un sorriso che le illumina il volto mentre chiede a Rut dove aveva spigolato tutto quell’orzo… Era evidente che Rut aveva trovato qualcuno che non solo le aveva permesso di spigolare dietro ai mietitori ma aveva davvero avuto un occhio di riguardo nei confronti di Rut.
Finalmente la Naomi che si sentiva giudicata da Dio, che accusava Dio di averla resa infelice, ritrovò un po’ di fiducia in Dio e ne invocò la benedizione: “Benedetto colui che ti ha fatto una così buona accoglienza!”, “Sia egli benedetto dal SIGNORE, perché non ha rinunciato a mostrare ai vivi la bontà che ebbe verso i morti!”.
Inoltre Naomi, che fino a quel momento era stata talmente abbattuta da non vedere alcuna possibilità per il futuro, improvvisamente si ricordò che Boaz non aveva solo mostrato bontà nei confronti di Rut come aveva già fatto in passato nei confronti dei suoi famigliari, ma aveva le potenzialità per fare ancora di più, infatti aveva il diritto di riscatto su di loro, poteva cioè svolgere il ruolo di riscattatore della famiglia aiutandole a ritornare in possesso delle proprie terre, probabilmente ipotecate quando lei era partita da Betlemme insieme a suo marito e magari poteva addirittura dare una discendenza a Rut.
È sorprendente come in un attimo Naomi ritrovò le energie e cominciò a dispensare consigli alla nuora dicendole di fare ciò che quell’uomo aveva detto rimanendo a spigolare nel campo di Boaz fino alla fine della mietitura. Evidentemente Naomi aveva capito che quell’uomo aveva preso a cuore la loro causa e, vista la gentilezza che aveva mostrato, certamente non voleva che Rut gli facesse uno sgarbo andando a spigolare in altri campi.
È bello vedere in questo brano come Naomi stava ritornando a sperare, a fare programmi, ad essere una guida per la giovane nuora… In sostanza Naomi stava tornando a vivere!
È straordinario il modo in cui il Signore può cambiare le cose in un attimo.
Bastò un attimo a cambiare una situazione che sembrava disperata.
Bastò un attimo a riportare il sorriso sul volto di Naomi.
Bastò un attimo per portare un raggio di sole dopo la tempesta che sembrava non dover finire mai.
Questo è incoraggiante per coloro che stanno affrontando momenti difficili, non trovi? Forse questa mattina la tua giornata è incominciata tra mille incertezze e preoccupazioni, ma chi può dire che non possa finire con un sorriso sulle labbra?
Se sei in mezzo alla tempesta, ti invito a confidare in Dio e prego perché egli porti un raggio di sole nella tua vita in modo che la tua prospettiva possa cambiare come cambiò quella di Naomi.
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Re: Commenti al libro di Rut
Mer 04 Nov 2020, 17:07
Rut 2:23-3:13
Lei (Rut n.d.r.) rimase dunque con le serve di Boaz, a spigolare, fino alla conclusione della mietitura dell’orzo e del frumento. E abitava con sua suocera. Naomi, sua suocera, le disse: «Figlia mia, io devo assicurarti una sistemazione perché tu sia felice. Boaz, con le cui serve sei stata, non è forse nostro parente? Ecco, stasera deve ventilare l’orzo nell’aia. Làvati dunque, profumati, indossa il tuo mantello e scendi all’aia; ma non farti riconoscere da lui prima che egli abbia finito di mangiare e di bere. E quando se ne andrà a dormire, osserva il luogo dov’egli dorme; poi va’, alzagli la coperta dalla parte dei piedi, e còricati lì; e lui ti dirà quello che tu debba fare». Rut le rispose: «Farò tutto quello che dici». Scese all’aia, e fece tutto quello che la suocera le aveva ordinato. Boaz mangiò e bevve e, con il cuore allegro, se ne andò a dormire all’estremità del mucchio di covoni. Allora lei venne pian piano, gli alzò la coperta dalla parte dei piedi, e si coricò. Verso mezzanotte, quell’uomo si svegliò di soprassalto, si voltò, ed ecco una donna era coricata ai suoi piedi. «Chi sei?» le chiese. E lei rispose: «Sono Rut, tua serva; stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto». Ed egli a lei: «Sii benedetta dal SIGNORE, figlia mia! La tua bontà d’adesso supera quella di prima, poiché non sei andata dietro a dei giovani, poveri o ricchi. Non temere, dunque, figlia mia; io farò per te tutto quello che dici, perché tutti qui sanno che sei una donna virtuosa…
SPOSAMI!
La mietitura dell’orzo in Israele cominciava con la festa delle primizie durante la settimana di Pasqua e quella del frumento terminava più o meno in corrispondenza della festa delle settimane, cinquanta giorni dopo. In questo periodo di circa due mesi Rut lavorò con le serve di Boaz in maniera regolare e la situazione era certamente migliorata per Rut e Naomi.
Il miglioramento della situazione portò Naomi a mettere da parte l’amarezza che l’aveva contraddistinta nella prima parte del libro (vedi Rut 1:20) per ritrovare la dolcezza implicita nel suo nome (ricordiamoci che Naomi significa “mia dolcezza”). La dolcezza di Naomi la scorgiamo nella sua preoccupazione perché la sua giovane nuora sia felice. Finalmente la sua attenzione cominciava a spostarsi da sé stessa e dai suoi problemi per preoccuparsi dei problemi della nuora, un segno della guarigione interiore che stava avvenendo in Naomi. È sempre un buon segno quando cominciamo a distoglierci dai nostri problemi per aiutare gli altri, vero?
Rut era una Moabita e certamente non conosceva a fondo le usanze in Israele e in particolare in Betlemme. Ma Naomi sapeva bene come una donna avrebbe dovuto procedere per segnalare il suo desiderio di offrirsi come sposa ad un parente del marito defunto per poter dare una discendenza alla famiglia.
Tale usanza prevedeva comunque che fosse la donna a segnalare la sua disponibilità per questo tipo di matrimonio. Rut non era obbligata. Tuttavia quella giovane Moabita aveva deciso di andare fino in fondo e stava dimostrando davvero la sua serietà nel volersi sottomettere al Dio di Israele ma anche agli usi e costumi di quella nazione.
Non dobbiamo però credere che Rut avesse accettato il consiglio della suocera solo per accontentarla. Quel Boaz era stato gentile con lei e aveva parlato al suo cuore fin dal primo giorno che si erano conosciuti (vedi Rut 1:13) ed ella aveva avuto certamente modo di apprezzare ancora di più quell’uomo durante le settimane passate. Rut fece quindi la sua scelta e decise di offrirsi come sposa a Boaz. “Sposami!” le disse con quel gesto che a noi può sembrare davvero ardito.
Sicuramente la procedura che Naomi fece seguire a Rut non è quella che indicheremmo a nostra figlia nel ventunesimo secolo! Ma nel racconto è ovvio che Boaz comprese molto bene ciò che Rut stava facendo quando la trovò ai suoi piedi nel cuore della notte. Ella non si stava offrendo per una semplice notte di passione ma, come ella stessa disse, gli stava chiedendo di esercitare il suo diritto di riscatto ovvero di sposarla.
Boaz era un uomo serio e non la toccò come avrebbe potuto fare un altro uomo con una giovane ragazza che gli si offriva in quel modo. Invece apprezzò ancora di più quella donna virtuosa: “Sii benedetta dal SIGNORE, figlia mia! La tua bontà d’adesso supera quella di prima”. Rut era probabilmente abbastanza avvenente da potersi offrire a persone ben più giovani di lui senza curarsi del diritto di riscatto. Non solo quella giovane aveva sacrificato la sua vita per la suocera ma intendeva anche onorare il marito defunto dandogli la discendenza che non aveva avuto! Che donna era quella Rut!
Boaz non era obbligato ad esercitare il diritto di riscatto ma, essendo un uomo che temeva Dio, considerava un onore ciò che Rut gli stava proponendo. Egli avrebbe svolto volentieri il ruolo di riscattatore della famiglia perché quella donna lo meritava davvero e lo stava dimostrando!
Il lettore moderno può rimanere piuttosto stupito da quanto abbiamo letto. Nella nostra società sia le donne che gli uomini scelgono i propri partner più che altro attratti dall’aspetto fisico. Ma, come avevamo già fatto rilevare in precedenza, Rut e Boaz avevano cominciato dal loro primo incontro ad apprezzare le virtù l’uno dell’altra e ora, a distanza di qualche settimana, vediamo il frutto di quell’attrazione. Rut era pronta ad offrirsi come sposa a quell’uomo, benché più vecchio di lei, pur di onorare la memoria del defunto marito. Boaz, a sua volta, era pronto a prenderla in sposa pur comprendendo che il loro primo figlio, se il Signore lo avesse donato loro, avrebbe portato avanti non il suo nome ma quello del defunto marito di Rut. Non è la storia d’amore a cui forse siamo abituati ma è comunque una storia d’amore, un amore che porta ad essere responsabili verso l’altro, a fare la scelta giusta. Come vedremo Dio benedirà questa storia d’amore in un modo straordinario.
Lei (Rut n.d.r.) rimase dunque con le serve di Boaz, a spigolare, fino alla conclusione della mietitura dell’orzo e del frumento. E abitava con sua suocera. Naomi, sua suocera, le disse: «Figlia mia, io devo assicurarti una sistemazione perché tu sia felice. Boaz, con le cui serve sei stata, non è forse nostro parente? Ecco, stasera deve ventilare l’orzo nell’aia. Làvati dunque, profumati, indossa il tuo mantello e scendi all’aia; ma non farti riconoscere da lui prima che egli abbia finito di mangiare e di bere. E quando se ne andrà a dormire, osserva il luogo dov’egli dorme; poi va’, alzagli la coperta dalla parte dei piedi, e còricati lì; e lui ti dirà quello che tu debba fare». Rut le rispose: «Farò tutto quello che dici». Scese all’aia, e fece tutto quello che la suocera le aveva ordinato. Boaz mangiò e bevve e, con il cuore allegro, se ne andò a dormire all’estremità del mucchio di covoni. Allora lei venne pian piano, gli alzò la coperta dalla parte dei piedi, e si coricò. Verso mezzanotte, quell’uomo si svegliò di soprassalto, si voltò, ed ecco una donna era coricata ai suoi piedi. «Chi sei?» le chiese. E lei rispose: «Sono Rut, tua serva; stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto». Ed egli a lei: «Sii benedetta dal SIGNORE, figlia mia! La tua bontà d’adesso supera quella di prima, poiché non sei andata dietro a dei giovani, poveri o ricchi. Non temere, dunque, figlia mia; io farò per te tutto quello che dici, perché tutti qui sanno che sei una donna virtuosa…
SPOSAMI!
La mietitura dell’orzo in Israele cominciava con la festa delle primizie durante la settimana di Pasqua e quella del frumento terminava più o meno in corrispondenza della festa delle settimane, cinquanta giorni dopo. In questo periodo di circa due mesi Rut lavorò con le serve di Boaz in maniera regolare e la situazione era certamente migliorata per Rut e Naomi.
Il miglioramento della situazione portò Naomi a mettere da parte l’amarezza che l’aveva contraddistinta nella prima parte del libro (vedi Rut 1:20) per ritrovare la dolcezza implicita nel suo nome (ricordiamoci che Naomi significa “mia dolcezza”). La dolcezza di Naomi la scorgiamo nella sua preoccupazione perché la sua giovane nuora sia felice. Finalmente la sua attenzione cominciava a spostarsi da sé stessa e dai suoi problemi per preoccuparsi dei problemi della nuora, un segno della guarigione interiore che stava avvenendo in Naomi. È sempre un buon segno quando cominciamo a distoglierci dai nostri problemi per aiutare gli altri, vero?
Rut era una Moabita e certamente non conosceva a fondo le usanze in Israele e in particolare in Betlemme. Ma Naomi sapeva bene come una donna avrebbe dovuto procedere per segnalare il suo desiderio di offrirsi come sposa ad un parente del marito defunto per poter dare una discendenza alla famiglia.
Tale usanza prevedeva comunque che fosse la donna a segnalare la sua disponibilità per questo tipo di matrimonio. Rut non era obbligata. Tuttavia quella giovane Moabita aveva deciso di andare fino in fondo e stava dimostrando davvero la sua serietà nel volersi sottomettere al Dio di Israele ma anche agli usi e costumi di quella nazione.
Non dobbiamo però credere che Rut avesse accettato il consiglio della suocera solo per accontentarla. Quel Boaz era stato gentile con lei e aveva parlato al suo cuore fin dal primo giorno che si erano conosciuti (vedi Rut 1:13) ed ella aveva avuto certamente modo di apprezzare ancora di più quell’uomo durante le settimane passate. Rut fece quindi la sua scelta e decise di offrirsi come sposa a Boaz. “Sposami!” le disse con quel gesto che a noi può sembrare davvero ardito.
Sicuramente la procedura che Naomi fece seguire a Rut non è quella che indicheremmo a nostra figlia nel ventunesimo secolo! Ma nel racconto è ovvio che Boaz comprese molto bene ciò che Rut stava facendo quando la trovò ai suoi piedi nel cuore della notte. Ella non si stava offrendo per una semplice notte di passione ma, come ella stessa disse, gli stava chiedendo di esercitare il suo diritto di riscatto ovvero di sposarla.
Boaz era un uomo serio e non la toccò come avrebbe potuto fare un altro uomo con una giovane ragazza che gli si offriva in quel modo. Invece apprezzò ancora di più quella donna virtuosa: “Sii benedetta dal SIGNORE, figlia mia! La tua bontà d’adesso supera quella di prima”. Rut era probabilmente abbastanza avvenente da potersi offrire a persone ben più giovani di lui senza curarsi del diritto di riscatto. Non solo quella giovane aveva sacrificato la sua vita per la suocera ma intendeva anche onorare il marito defunto dandogli la discendenza che non aveva avuto! Che donna era quella Rut!
Boaz non era obbligato ad esercitare il diritto di riscatto ma, essendo un uomo che temeva Dio, considerava un onore ciò che Rut gli stava proponendo. Egli avrebbe svolto volentieri il ruolo di riscattatore della famiglia perché quella donna lo meritava davvero e lo stava dimostrando!
Il lettore moderno può rimanere piuttosto stupito da quanto abbiamo letto. Nella nostra società sia le donne che gli uomini scelgono i propri partner più che altro attratti dall’aspetto fisico. Ma, come avevamo già fatto rilevare in precedenza, Rut e Boaz avevano cominciato dal loro primo incontro ad apprezzare le virtù l’uno dell’altra e ora, a distanza di qualche settimana, vediamo il frutto di quell’attrazione. Rut era pronta ad offrirsi come sposa a quell’uomo, benché più vecchio di lei, pur di onorare la memoria del defunto marito. Boaz, a sua volta, era pronto a prenderla in sposa pur comprendendo che il loro primo figlio, se il Signore lo avesse donato loro, avrebbe portato avanti non il suo nome ma quello del defunto marito di Rut. Non è la storia d’amore a cui forse siamo abituati ma è comunque una storia d’amore, un amore che porta ad essere responsabili verso l’altro, a fare la scelta giusta. Come vedremo Dio benedirà questa storia d’amore in un modo straordinario.
Re: Commenti al libro di Rut
Gio 05 Nov 2020, 12:27
Nell'invitarti a scrivere messaggi più brevi per una più facile lettura, riporto un commento dela Pontificia Commissione biblica, da "Che cosa è l'uomo?":
Nel libro di Rut – che per gli Ebrei fa parte, con il Cantico, dei “cinque Rotoli” –, il personaggio centrale è quello di una donna moabita (Rut), che, divenuta vedova di un israelita (Maclon), rimane indissolubilmente legata alla famiglia del marito, rinunciando alla sua propria patria (cfr. Sal 45,11) e alle sue tradizioni religiose, in nome di una tenace fedeltà al vincolo di amore contratto con il matrimonio. Celebre è la sua dichiarazione alla suocera Noemi:
«Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. Dove morirai tu, morirò anch’io e lì sarò sepolta. Il Signore mi faccia questo male e altro ancora, se altra cosa, che non sia la morte, mi separerà da te» (Rt 1,16-17).
Assieme a Noemi, Rut emigra allora in terra di Giuda, e lì trova compimento la sua storia di amore, incontrando Booz, che, come parente prossimo, viene in soccorso della vedova, facendola sua sposa (Rt 4,10). Le complicazioni narrative di questa novella edificante servono per esaltare il merito dei protagonisti, che, in un concorso di reciproca benevolenza, mostrano la potenza del legame coniugale, capace di creare vincoli perenni tra persone di etnie e tradizioni diverse, legame che alla fine è premiato da un frutto meraviglioso, dato che da Rut e Booz nacque Obed, «padre di Iesse, padre di Davide» (Rt 4,17), figura del Messia. La morte, in questo toccante racconto, non separa le famiglie; e la fedeltà amorosa unita alla responsabilità (promossa dalla legge del levirato) diventa fonte di consolazione e di speranza per i singoli e per l’intera comunità (Rt 4,11-17).
Nel libro di Rut – che per gli Ebrei fa parte, con il Cantico, dei “cinque Rotoli” –, il personaggio centrale è quello di una donna moabita (Rut), che, divenuta vedova di un israelita (Maclon), rimane indissolubilmente legata alla famiglia del marito, rinunciando alla sua propria patria (cfr. Sal 45,11) e alle sue tradizioni religiose, in nome di una tenace fedeltà al vincolo di amore contratto con il matrimonio. Celebre è la sua dichiarazione alla suocera Noemi:
«Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. Dove morirai tu, morirò anch’io e lì sarò sepolta. Il Signore mi faccia questo male e altro ancora, se altra cosa, che non sia la morte, mi separerà da te» (Rt 1,16-17).
Assieme a Noemi, Rut emigra allora in terra di Giuda, e lì trova compimento la sua storia di amore, incontrando Booz, che, come parente prossimo, viene in soccorso della vedova, facendola sua sposa (Rt 4,10). Le complicazioni narrative di questa novella edificante servono per esaltare il merito dei protagonisti, che, in un concorso di reciproca benevolenza, mostrano la potenza del legame coniugale, capace di creare vincoli perenni tra persone di etnie e tradizioni diverse, legame che alla fine è premiato da un frutto meraviglioso, dato che da Rut e Booz nacque Obed, «padre di Iesse, padre di Davide» (Rt 4,17), figura del Messia. La morte, in questo toccante racconto, non separa le famiglie; e la fedeltà amorosa unita alla responsabilità (promossa dalla legge del levirato) diventa fonte di consolazione e di speranza per i singoli e per l’intera comunità (Rt 4,11-17).
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Re: Commenti al libro di Rut
Gio 05 Nov 2020, 16:22
Magari nel riportare i commenti evito di riportare tutto il testo biblico ma riporto solo il riferimento...
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Re: Commenti al libro di Rut
Gio 05 Nov 2020, 16:34
UN UOMO PERBENE...
"Lei rimase coricata ai suoi piedi fino alla mattina; poi si alzò, prima che un uomo potesse riconoscere il suo vicino; poiché Boaz diceva: «Nessuno sappia che questa donna è venuta nell’aia!»" (Rut 3:14)
Non ci sono dubbi. Boaz era davvero un uomo perbene. Lo si vede in ogni suo gesto, in ogni parola. Quella notte si era trovato una donna nel suo letto che gli si stava offrendo in sposa e non approfittò della situazione. Non la sfiorò nemmeno con un dito e la lasciò riposare fino al mattino, poi si preoccupò di lasciarla andare via molto presto per evitare che la rispettabilità di Rut venisse compromessa nel caso in cui qualcuno l’avesse vista uscire dall’aia con Boaz.
"Lei rimase coricata ai suoi piedi fino alla mattina; poi si alzò, prima che un uomo potesse riconoscere il suo vicino; poiché Boaz diceva: «Nessuno sappia che questa donna è venuta nell’aia!»" (Rut 3:14)
Non ci sono dubbi. Boaz era davvero un uomo perbene. Lo si vede in ogni suo gesto, in ogni parola. Quella notte si era trovato una donna nel suo letto che gli si stava offrendo in sposa e non approfittò della situazione. Non la sfiorò nemmeno con un dito e la lasciò riposare fino al mattino, poi si preoccupò di lasciarla andare via molto presto per evitare che la rispettabilità di Rut venisse compromessa nel caso in cui qualcuno l’avesse vista uscire dall’aia con Boaz.
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Re: Commenti al libro di Rut
Dom 22 Nov 2020, 09:00
Inoltre Boaz era determinato a sposare Rut ma era anche rispettoso delle regole e sapeva che c’era un parente più prossimo che avrebbe potuto esercitare il diritto di riscatto. Egli non avrebbe quindi perso tempo e l’indomani mattina avrebbe contattato quell’individuo per comprendere se aveva intenzione di esercitare il suo diritto. La sua serietà traspare anche dal modo in cui si prese un impegno solenne davanti a Dio, come testimoniano le sue parole: “se non gli piacerà di far valere il suo diritto, io farò valere il mio, com’è vero che il SIGNORE vive!”.
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